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Call of Duty: la vendetta dello sconfitto
28/04/2014
di Irene Masoni
Rafael Castillio, colpevole di aver sconfitto il suo avversario nel gioco Callo of Duty, si è visto circondare la propria casa delle forze speciali: la moda dello swatting
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[ Long Beach, USA ] -
Dal virtuale al reale il confine si fa ormai sempre più labile e così può capitare che una sconfitta ad un videogioco possa scatenare una vendetta che con quel gioco non ha niente a che vedere. L’ultimo fatto che ha creato decisamente scalpore si è registrato nei giorni scorsi negli Stati Uniti, a Long Beach.
Protagonisti dell’incredibile episodio sono stati il popolarissimo Call of Duty e due giocatori. Rafael Castillio, colpevole di aver sconfitto il suo avversario (non ancora identificato) si è visto arrivare direttamente a casa un intero Swat Team pronto ad intervenire.
La polizia e le forze speciali, hanno quindi circondato e fatto irruzione nella casa del diciassettenne Rafael Castillio convinti di dover intervenire per fermare un pluriomicida in azione.
Ovviamente, una volta fatta irruzione nell’abitazione si è potuto constatare che si era trattato di un terribile scherzo. Secondo le ricostruzioni l’intervento delle forze dell’ordine è stato sollecitato da una chiamata Skype nella quale il presunto omicida si autodenunciava confessando alla polizia di aver già ucciso la propria madre.
La chiamata era stata però effettuata per vendetta proprio dall’avversario sconfitto nel gioco Call of Duty. Purtroppo il cosidetto ‘swatting’ (l’invio di vere forze speciali in regalo ai vincitori sul campo di battaglia virtuale) sta diventando negli Stati Uniti una vera e propria moda, con conseguenze che però potrebbero essere decisamente pericolose.
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