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Un nuovo piano per Mirafiori


27/11/2010

di Giovanni Iozzia

Nello stabilimento Fiat di Torino si produrranno i nuovi suv Jeep e Alfa Romeo. L’investimento previsto è di 1 miliardo di euro


Un nuovo piano per Mirafiori Nel corso di un incontro presso l’Unione Industriale di Torino, l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha presentato alle organizzazioni sindacali il piano predisposto per il rilancio produttivo dello stabilimento di Mirafiori.
Il piano prevede la creazione di una joint venture tra Chrysler e Fiat per portare a Torino una nuova piattaforma dagli Stati Uniti, che servirà per produrre automobili e suv di classe superiore per i marchi Jeep e Alfa Romeo. Si tratta dell’architettura più avanzata oggi disponibile, nata come base per la Giulietta e in seguito sviluppata e perfezionata in Chrysler. Oggi è diventata la piattaforma universale comune ai due Gruppi, da cui nasceranno tutte le future vetture dei segmenti C e D, automobili e SUV. I modelli che verranno prodotti a Mirafiori dalla nuova società saranno venduti non solo nell’Unione Europea. Più della metà è destinata a raggiungere i mercati di tutto il mondo, specialmente l’America. Saranno vetture di punta di Jeep e di Alfa Romeo, i marchi più internazionali dei due gruppi con grandi potenzialità di sviluppo sul mercato globale.
L’investimento previsto è di oltre 1 miliardo di euro, suddiviso tra Fiat e Chrysler in misura proporzionale ai volumi destinati ai rispettivi marchi.

Portare la nuova piattaforma a Mirafiori vuol dire garantire allo stabilimento la possibilità di produrre fino a più di mille auto al giorno per un totale di 250-280.000 vetture l’anno, saturando gli attuali addetti e aprendo anche la strada ad una possibile crescita occupazionale.Per realizzare il progetto è indispensabile, oltre all’impegno dell’azienda, il consenso di sindacati e dipendenti per assicurare allo stabilimento il necessario livello di competitività in termini di utilizzo degli impianti, di flessibilità, di produttività e di governabilità.
L’amministratore delegato della Fiat ha dato la propria disponibilità ad avviare immediatamente il progetto, la cui finalizzazione rapida consentirebbe di adeguare l’impianto alle nuove produzioni in tempi coerenti con il lancio commerciale dei futuri modelli Jeep e Alfa Romeo, previsto nel corso del terzo/quarto trimestre del 2012.

L'appello di Sergio Marchionne ai sindacati è di «stringere i tempi il più possibile. Non possiamo permetterci di passare mesi a discutere, ci sono ragioni industriali che non possono aspettare, se vogliamo avviare gli investimenti e far partire il progetto. Ci sono anche ragioni di serietà e responsabilità che spingono verso una soluzione rapida». «L'appello che vorrei fare a tutti voi – dice Marchionne - è quello di tenere la politica fuori dalla porta e gli estremismi lontani dalla fabbrica; di lasciare le prove di forza ai deboli. Portiamo invece a questo tavolo idee e proposte, portiamo la voglia costruttiva e l'impegno di fare qualcosa di valore. Portiamo anche la disponibilità a rinunciare a qualcosa, nessuno escluso, in vista di un obiettivo più alto di un titolo su un giornale. Lo dobbiamo in primo luogo ai nostri lavoratori».
Marchionne ha poi esaltato le «capacità creative e professionali del nostro paese» ricordando che quando si è tenuta la presentazione della 500 negli Stati Uniti, «è stato uno dei momenti in cui mi sono sentito più orgoglioso di essere italiano». «La capacità creativa della Fiat, lo stile e il design che sono nati qui a Torino, salivano in quel momento su un palco mondiale e venivano riconosciuti come una delle punte più avanzate del nostro paese. L'obiettivo è quello di 'estendere queste capacità creative al nostro sistema industriale per confrontarci con il resto del mondo».

I sindacati hanno subito espresso un significativo consenso nei confronti della proposta di Marchionne.
«Il piano è molto ambizioso – dice Leonardo Burmo, segretario nazionale della Fim Cisl – ma se avrà sviluppo darà vera occupazione a Mirafiori. Adesso siamo pronti ad entrare nel merito per trovare le soluzioni che consentano il governo dello stabilimento sui problemi e sulle esigenze specifiche di Mirafiori».
«Si dovrà fare tutto in tempi brevi – aggiunge Eros Panicali, segretario nazionale Uilm - e dalla prossima settimana aprire i tavoli tecnici di confronto». «Il piano – afferma Antonio D'Anolfo, segretario nazionale Ugl - è un'occasione da non lasciarsi sfuggire ed è ora di scendere nel merito».
«Per un verso c'è un dato positivo: compaiono modelli da produrre a Mirafiori ma allo stesso tempo resta una risposta insufficiente rispetto al capire le prospettive del gruppo e il progetto Fabbrica Italia». E’ il commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «E' importante che l'Amministratore delegato del Gruppo Fiat abbia indicato un progetto per produrre a Mirafiori auto e suv di classe superiore, anche se non prima della fine del 2012, con la tutela dell'occupazione. Lo dice il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini. E poi aggiunge: «Rimane la richiesta di un tavolo di confronto generale su tutto il piano Fabbrica Italia per dare risposte e prospettive a tutti gli stabilimenti del nostro Paese». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi giudica positivamente il piano per Mirafiori ed ha definito la proposta di Marchionne «Molto apprezzabile perché da un lato rispetta l'impegno del progetto Fabbrica Italia e dall'altro significa che la dimensione multinazionale del gruppo sta determinando non solo l'uscita di produzione dal Paese ma anche l'ingresso come per il Suv Alfa-Jeep. Ora è doveroso che venga garantito il pieno utilizzo degli impianti da parte dei sindacati i quali penso - ha aggiunto - che siano positivamente orientati verso questa ipotesi». «L'incontro di oggi – dice il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani - tra Fiat e sindacati è un segnale positivo e apre la strada a un confronto concreto e costruttivo per la realizzazione di Fabbrica Italia». «A questo punto continua - Romani, è importante muoversi con logica industriale e passare subito alla fase operativa del piano. Mirafiori può essere un esempio positivo anche per gli altri stabilimenti italiani. Il governo continuerà a fare la sua parte e a chiedere l'impegno di tutti per fare in modo che il nostro Paese resti il cuore produttivo del gruppo Fiat».


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