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Terremoto: Toyota, Nissan e Honda sospendono la produzione
12/03/2011
di Giovanni Iozzia
I danni ed il blocco causati dal sisma rischiano di compromettere il cammino verso la ripresa del settore auto giapponese
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Il violentissimo terremoto che ha colpito il Giappone ha avuto delle pesanti ripercussioni anche sulle aziende automobilistiche nipponiche. Toyota, Nissan e Honda hanno infatti sospeso la produzione in quasi tutti gli stabilimenti del paese avendo anche tempestivamente evacuato il personale. La Toyota è l’azienda che ha più strutture nell’area devastata dal sisma con due stabilimenti, il cui personale è stato immediatamente evacuato, e con le due fabbriche delle consociate Kanto Auto Works Ltd. E Central Motors Co che svolgono il compito dell’assemblaggio di auto di piccole cilindrate. Questa situazione porterà senza dubbio ai dei ritardi nella produzione dei modelli di Yaris, Scion xB e Scion xD destinati ai mercati internazionali, in particolare agli Stati Uniti.
«Stiamo cercando di ottenere informazioni valutazione - ha dichiarato il portavoce della Toyota, Dion Corbett -. Come accade sempre per gli stabilimenti di produzione fuori zona, prenderemo ogni decisione solo dopo aver preso in mano la situazione». «Gli impianti del Giappone centrale, vicini al quartier generale di Toyota City, hanno ripreso la produzione dopo una breve pausa d'arresto – ha aggiunto Corbett -. Non ci sono state notizie di feriti in quelle fabbriche. Ma i possibili altri danni sono ancora in corso di valutazione». E’ certo, però, che i fornitori di Toyota abbiano subito gravi danni. In ogni caso, secondo quando ha affermato il portavoce del gruppo, Shiori Hashimoto, la grande casa giapponese lunedì potrebbe prendere la decisione di sospendere la produzione in tutte le sue 12 fabbriche in maniera da garantire la sicurezza di tutti i lavoratori.
La Honda ha previsto di fermare gli stabilimenti di Sayama, Mouka, Hamamatsu a Suzuka. Il crollo di un muro in una delle fabbriche ha persino provocato un morto. Anche la Nissan ha bloccato la produzione avendo dovuto provvedere alla chiusura di quattro impianti dopo che sono scoppiati degli incendi in due diversi siti. In uno di questi, nella zona di Fukushima e Kawachi, si è verificato il lieve ferimento di due dipendenti.
La Banca del Giappone (Boj), che da tempo ha già tagliato a quota zero i suoi tassi per combattere la deflazione, ha predisposto una task force e si è detta pronta a fornire la liquidità necessaria. I danni ed il blocco causati dal terremoto rischiano infatti di compromettere il lento cammino verso la ripresa che lentamente stava muovendo i primi passi dopo la crisi mondiale degli ultimi mesi.
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