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La Toyota accetta di pagare una maximulta al governo americano
19/04/2010
di Grazia Dragone
La Casa del Sol Levante sborserà 16,4 milioni di dollari ammettendo di fatto le proprie responsabilità
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E’ ufficiale. I vertici aziendali del costruttore nipponico hanno accettato di pagare, quale ammenda per aver ritardato intenzionalmente il richiamo dei veicoli difettosi, la somma di 16,4 milioni di dollari (oltre 12,2 milioni di euro) agli enti regolatori americani.
“ Non rendendo noto di avere problemi di sicurezza come richiesto dalla legge, Toyota ha fatto correre un rischio ai suoi clienti”, ha dichiarato il segretario del Dipartimento dei Trasporti Ray La Hood, rendendo formali le voci che circolavano negli ultimi tempi su una multa esemplare da infliggere al marchio asiatico, che risulta essere la più alta mai imposta dalle normative americane. “Sono soddisfatto che Toyota si sia assunta le sue responsabilità”, ha aggiunto La Hood.
Accettando di pagare la maximulta entro 30 giorni, Toyota Motor eviterà un’ammissione di colpevolezza che potrebbe danneggiarne la difesa in future azioni legali sia civili che penali, pur dichiarando di non aver violato le leggi e di aver agito nel modo più corretto.
Toyota ha reso pubblico un comunicato in cui dichiara: “Siamo coscienti che avremmo potuto fare meglio condividendo le nostre informazioni all'interno e all'esterno della Compagnia, ma non abbiamo mai provato a nascondere nulla che riguardi la sicurezza delle nostre auto”. “Siamo orgogliosi delle vetture che Toyota produce e crediamo che siano tra le più sicure che ci siano sulle strade. Tutti noi della Toyota siamo grati ai nostri clienti e li ringraziamo per il supporto che continuano a darci, e siamo determinati ad ascoltare la loro voce e a ripagare la loro fiducia”. “Si è giunti a questa soluzione per non perdere tempo e denaro in inutili operazioni. Questo ci permette di focalizzarci sulla sicurezza, sull'alta qualità e sull'onestà dei nostri prodotti”. Ed infine: “Diamo inoltre il benvenuto ad un nuovo e ancor più trasparente capitolo nel nostro rapporto con la NHTSA”.
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