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Fiat-ex Bertone: trattative per il rilancio


28/02/2011

di Maura De Sanctis

Al tavolo delle trattative, il Lingotto ed i sindacati Fiom, Fismic, Fim e Uilm per decidere sul futuro delle Officine Automobilistiche Grigliasco


Fiat-ex Bertone: trattative per il rilancio La Fiat ed i sindacati si sono incontrati per discutere sul piano di rilancio delle Officine Automobilistiche Grugliasco (ex Bertone). Venerdì scorso l’assemblea dei lavoratori aveva approvato la piattaforma sindacale delle Rsu, ora al vaglio dei sindacati e del Lingotto. Bocciato, invece il documento presentato dalla Uilm, che aveva proposto un modello simile a quello per Mirafiori.

Le critiche alla piattaforma aziendale, che prevede un investimento di circa 500 milioni di euro per il lancio della nuova Maserati segmento E a partire dal 2012, non sono naturalmente mancate. In particolare Fiom e Uilm non approvano alcune scelte sull'organizzazione del lavoro avanzate dal Lingotto che pare non tutelerebbero i lavoratori. Inoltre, la Fismic palesa una probabile irregolarità del voto di approvazione della piattaforma aziendale, in quanto dei 400 lavoratori presenti, sembra abbiano votato almeno 70 provenienti da altri stabilimenti. Ciò è stato subitamente smentito dal segretario della Fiom Federico Bellono che ritiene che il voto debba essere rispettato a prescindere dagli interessi dei diversi sindacati.

Maurizio Peverati segretario regionale Uilm ha dichiarato “La Fiom oggi è riuscita a scrivere la pagina piu' vergognosa sulla democrazia che così tanto ha decantato nell'ultimo decennio”. Anche Margot Cagliero della Fim accusa la Fiom di aver manipolato la votazione ed ostacolato l’intervento del sindacato su alcune questioni importanti. La votazione quindi sarebbe non solo illegittima ma antidemocratica.

Stà di fatto, che a prescindere la regolarità o meno della votazione, l’approvazione della piattaforma aziendale rappresenta il primo passo verso il rilancio dello stabilimento e pertanto, soffermarsi a criticare un così importante evento appare inutile se non addirittura controproducente. La strada giusta invece, dovrebbe essere quella di un accordo concreto tra le parti coinvolte. Ognuna di esse deve saper rinunciare ai propri interessi individualistici e non contrapporsi in sterili conflittualità, ma, semmai, collaborare in una visione di insieme per la salvaguardia non solo dei posti di lavoro ma anche per consentire una rapida ripresa dell'economia nel nostro paese.


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