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Alta velocità, continua la protesta


29/02/2012

di Giovanni Iozzia

In Val di Susa i No Tav utilizzano la tattica delle azioni di disturbo Flash mob. Intanto il cantiere, protetto dalla Forze dell’ordine, procede nei lavori


Alta velocità, continua la protesta [ Val di Susa ] - Il leader del No Tav, Luca Abbà, caduto da un traliccio mentre manifestava contro il cantiere della Val di Susa, è ancora grave ma è fuori pericolo. La protesta, però, non si ferma. Anzi, i sindaci della zona, alla luce del grave episodio hanno chiesto la temporanea sospensione del cantiere. Proposta respinta dalle autorità e, dunque, per l’intera giornata di martedì si sono susseguiti i blocchi lungo l’autostrada A32 con i dimostranti che avanzano per poi retrocedere all’arrivo delle Forze dell’ordine.

Nel pomeriggio poi la riunione dei No Tav durante la quale è stato deciso di adottare la tattica delle azioni di disturbo Flash mob. Una serie di mini blocchi mobili che renderanno difficile la normale circolazione sull’intera rete stradale della zona. La protesta proseguirà ad oltranza fino a che «la polizia non rientrerà all’interno del cantiere » in modo che esso non possa più allargarsi.
Una situazione che sembra non potersi risolvere e che probabilmente rischia di protrarsi a lungo.

«L'incidente è un fatto molto triste e grave – ha commentato il ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri - perché tocca una giovane persona ma spero che questo non esasperi gli animi». Quindi auspica «dialogo, sensibilità ed equilibrio» da parte di tutti e invita a riflettere, oltre che «sulla dinamica dell'accaduto», anche su quelli che sono «gli interessi della Nazione».

Sulla vicenda è anche intervenuto il segretario nazionale dell'associazione Funzionari di Polizia Enzo Marco Letizia, precisando che «una mediazione è non solo possibile ma necessaria, se il fine è l'interesse generale, che si persegue solo abbandonando posizioni preconcette e pregiudizi, da una parte e dall'altra».
«L'incidente di Abbà – ha aggiunto Letizia - deve aprire un tempo nuovo, quello della riflessione e della ragione, messe finora a tacere da toni elevati ed estremi che hanno segnato il conflitto apparentemente insanabile tra istanze dei cittadini e interessi economici. Rivolgiamo un appello agli attori che si muovono su questo scenario diventato così drammatico: bisogna riempire il silenzio con le parole del dialogo e del negoziato».

La vicenda legata alle proteste circa il passaggio della linea ad alta velocità nella Vale di Susa, il collegamento tra Lione in Francia e Torino, risale ormai a diversi anni fa. Le prime manifestazioni risalgono infatti al 1996 ma sono diventate più frequenti e importanti a partire del 2003.I Comitati No Tav si oppongono a questo progetto adducendo circa 150 motivazioni raccolte in un documento dall’associazione Pro Natura di Torino.


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