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Veicoli commerciali: vendite in calo
11/06/2012
di Irene Masoni
Secondo i dati diffusi da Unrae il settore registra nel mese di maggio una flessione del 42,3% rispetto al dato dello stesso mese 2011
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Sono stati resi pubblici i dati elaborati dal centro studi Unrae relativi alle immatricolazioni dei veicoli commerciali e riferite al mese di maggio 2012. I dati, come era facile prevedere, non sono affatto positivi, anche se confrontati con quelli del 2011, anno, anche questo, che aveva fatto registrare un andamento negativo.
Se si pensa alle condizioni in cui versa il mercato dell’auto, quello dei veicoli commerciali ha una andamento, se possibile, ancora peggiore. A maggio di quest’anno sono state 10.413 le unità immatricolate, un dato che rappresenta una flessione del 42,3% se messo in rapporto con i 18.033 veicoli dell'analogo periodo nel 2011. Ed anche prendendo in considerazione il dato complessivo dei primi cinque mesi del 2012 il risultato non migliora affatto. Rispetto al corrispondente periodo del 2012 il settore è arrivato a perdere 37, 9 punti percentuale.
A commentare i dati emersi dello studio è intervenuto il presidente di Unrae, Romano Valente, «la pesante fiscalità su famiglie e imprese e le difficoltà di accesso al credito stanno deprimendo i consumi complessivi e, anche nel settore dei veicoli commerciali, senza uno stimolo alla domanda, difficilmente si potrà registrare un’inversione di tendenza». Oltre alla presa d’atto dei risultati fino ad ora conseguiti Valente ha anche avanzato una previsione relativa all’andamento complessivo delle vendite su tutto il 2012: «Alle condizioni attuali confermiamo la nostra previsione a fine anno di una flessione del 30% del mercato dei veicoli commerciali, con 120.000 immatricolazioni, rispetto alle 170.000 dell´intero 2011».
Oltre ai generali motivi che nell’ultimo periodo hanno portato ad una contrazione complessiva della domanda di mezzi, sulla vendita di quelli di tipo commerciale è andata sicuramente ad influire la stretta creditizia nei confronti delle piccole e medie imprese, che non hanno così alcuna possibilità di rinnovare le proprie flotte.
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