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No Tav: in 20 mila contro la Torino-Lione
24/01/2010
di Fabiana Muceli
La manifestazione di ieri a Susa ha riportato in piazza il dissenso per l´alta velocità. Chiamparino: si andrà avanti
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Il popolo No Tav ritorna in piazza, a cinque anni dalla prima manifestazione, quella del 2005, quando cittadini e famiglie valligiane fecero corteo per protestare contro la costruzione della Torino-Lione. Il movimento sembra essere più vivo che mai. In circa 40 mila secondo gli organizzatori, la metà per le forze dell’ordine, hanno sfilato ieri a Susa per ribadire la loro contrarietà alla linea ferroviaria ad alta velocità.
Siamo tanti e possiamo, dobbiamo essere ancora di più, ha urlato al megafono Alberto Perino, leader del movimento che ha invitato alla presenza anche nei prossimi giorni, quando le trivelle torneranno all'autoporto e arriveranno, sempre di notte, alle stazioni di Avigliana, Bruzolo, Sant'Antonino. Molte le famiglie e i bambini con la bandiere no Tav, operai, impiegati comunali, piccoli imprenditori e agricoltori preoccupati dei tanti cantieri che potrebbero contaminare le aree fertili. E i sindaci, ma questa volta senza fascia tricolore.
Pochi per poter fermare il progetto che serve all'Italia, ha commentato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Altero Matteoli. Non si può confondere con la realtà di una grandissima maggioranza dell´opinione pubblica che vuole che la Torino-Lione si realizzi, ha aggiunto il sindaco di Torino Sergio Chiamparino.
Il primo cittadino è uno dei promotori della manifestazione Sì Tav di questa mattina al Lingotto, che cercherà di radunare quella maggioranza silenziosa che sarebbe favorevole al progetto. Dicendosi poi convinto che le persone che hanno sfilato per la No Tav sanno benissimo che, corretti gli errori di quattro anni fa, si andrà comunque avanti con i carotaggi e con l´opera.
I carotaggi che ripartiranno probabilmente lunedì. Una posizione neutra sulla questione arriva dal presidente dell'Osservatorio, Mario Virano: suggerisce a chi è favore dell'opera di non perdere di vista la complessità della questione del consenso. Dall'altra parte, il movimento No Tav e i rappresentanti delle istituzioni che si riconoscono in quella posizione, secondo Virano, devono decidere se vogliono andare alla contrapposizione frontale con governo, regione e provincia oppure se scelgono la strada della ricerca di un punto di equilibrio ragionevole.
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