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Mercedes Bresso incontra Marchionne a Mirafiori


26/03/2010

di Grazia Dragone

La politica si confronta con i vertici aziendali per decidere il futuro degli operai


Mercedes Bresso incontra Marchionne a Mirafiori Il Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, attualmente impegnata nella campagna elettorale, ha incontrato insieme all’assessore regionale alla Ricerca, Andrea Bairati, l’ad della Fiat Sergio Marchionne. Sul tavolo il futuro dell’azienda, un grande punto di riferimento per l’economia del Piemonte, che desta particolare preoccupazione per la sorte degli impianti e degli addetti.

La presidente della Regione ha dichiarato, riferendosi a Marchionne, che: “Non solo ci ha dato la rassicurazione che Mirafiori per la Fiat resta essenziale, il cuore progettuale dell’azienda, ma ci ha dato anche la disponibilità a collaborare sul piano della ricerca e dell’innovazione, per la realizzazione dell’auto del futuro proprio a Torino”.

Il Lingotto ha intenzione di produrre una monovolume ibrida, il cui motore potrebbe essere realizzato proprio a Mirafiori. Si attendono ulteriori conferme dopo la presentazione del piano strategico della Fiat, che sarà reso ufficiale il 21 aprile.

L’assessore Bairati ha detto che “ Marchionne ci ha assicurato che non prevede alcun effetto negativo per Mirafiori e ci ha dato la sua disponibilità a collaborare per fare a Torino la prima auto a motore ibrido, termico-elettrico. L’ibrido a Mirafiori può essere una vera integrazione con quanto si sta facendo negli Usa con la 500 elettrica”.

La Fiom del Piemonte, attraverso il segretario generale Giorgio Airaudo, afferma che “E' certo un inizio sapere che le auto del futuro si cominceranno a fare a Torino e che le farà la Fiat”. “Da anni il sindacato chiede che a Torino si torni a costruire un motore, non siamo ancora arrivati li”.

Le dichiarazioni della Bresso, arrivano durante la campagna elettorale e ci si augura che non siano solo dichiarazioni propagandistiche volte a guadagnare qualche voto. Il futuro degli operai della Fiat è appeso ad un filo, soprattutto dopo le ultime indiscrezioni filtrate attraverso la stampa, che ha indicato una riduzione dell’organico di ben 5000 posti di lavoro, con pesanti ricadute sull’economia territoriale e nazionale.


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