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Fiat taglia 5.000 posti di lavoro
24/03/2010
di Grazia Dragone
Il nuovo piano strategico del Lingotto presenta molte novità
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Il costruttore torinese sta per varare un piano industriale rivoluzionario che intende rilanciare il marchio attraverso un cospicuo taglio di posti di lavoro.Queste le indiscrezioni apparse su La Repubblica, che sembra aver raccolto rumors più o meno attendibili che riguardano le future intenzioni della Fiat, che saranno rese ufficiali il 21 aprile prossimo.
Si prevede una riduzione dei modelli che passeranno da 12 a 8 e che si tradurranno in tagli per 5.000 posti di lavoro, un incremento del 50% della produzione italiana e fabbriche più piccole, che avranno meno addetti, ma saranno più produttive. Molti sono gli stabilimenti coinvolti dai licenziamenti, che in numerosi casi si tradurranno in prepensionamenti, data l’età media avanzata di molti dipendenti, e che potranno in tal modo attutire l’impatto sociale della riduzione di organico.
Il piano prevede un taglio del 15% degli addetti al montaggio finale. Saranno inclusi in questa politica di ridimensionamento i 1.500 dipendenti di Termini Imerese e 500 operai che andranno in mobilita' volontaria a Cassino. A questi si aggiungono 2.000-2.500 addetti alle Carrozzerie di Mirafiori, in cui sarà mantenuta la produzione della Mito, e 500 operai di Pomigliano. A Melfi continuerà ad essere prodotta la Panda. Incerto, invece, il futuro degli stabilimenti dove si producono i motori del marchio torinese. A Pratola Serra (Av) la Fma che realizza cilindrate medio alte è passata dai 500.000 motori del 2006 ai 170 mila del 2009. A Termoli il boom delle utilitarie, in seguito alla campagna degli incentivi, ha visto crescere la produzione dei piccoli motori fino a 900.000 unità. Secondo le indiscrezioni, Fiat sarebbe interessata ad una delocalizzazione della produzione, portando in Polonia la realizzazione dei nuovi motori bicilindrici.
Il piano riguarda anche la Carrozzeria Bertone, recentemente acquisita, dove saranno prodotte le vetture Chrysler: 300C, Grand Voyager e Grand Cherokee, attualmente realizzati da Magna. Ma il Lingotto intende anche produrre sette modelli con marchio Fiat, Alfa e Lancia negli Usa, per una produzione globale di oltre 350.000 vetture.
Le novità non si fermano qui. Il Lingotto sta valutando la possibilità di scindere attraverso uno spin-off la Fiat in due distinte società. Lo scorporo intende separare le attività automobilistiche, che avranno come guida Marchionne, da quelle finanziarie, attualmente gestite dalla holding Exor, che saranno affidate al giovane rampollo di casa Agnelli John Elkann, che ha dichiarato recentemente di sognare una “Fiat grande in Italia e nel mondo”.
La Casa torinese ha prontamente smentito le voci filtrate attraverso i media, dichiarando che: “Ogni notizia circa ipotizzate operazioni straordinarie e relativi modalità, tempi, perimetro e valori è frutto di congetture, nate al di fuori del Gruppo”. Il comunicato aggiunge: “non si può che ribadire quanto già detto in un comunicato stampa, emesso il 6 marzo scorso su richiesta della Consob, in cui si rimandava alla presentazione del Piano Strategico del Gruppo per il periodo 2010-2014, che verrà illustrato il prossimo 21 aprile”.
Le indiscrezioni apparse sulla stampa hanno generato un vespaio di polemiche e causato reazioni di sbigottimento da parte dei sindacati, alle prese con un braccio di ferro per evitare licenziamenti di massa. “Noi siamo alle informazioni che Fiat ci ha dato il 22 dicembre scorso a Palazzo Chigi e rimaniamo molto perplessi e preoccupati”, ha affermato Eros Panicali, segretario nazionale e responsabile del settore auto della Uilm, aggiungendo che “siamo perplessi perché sono notizie che non conosciamo”. Lo scorso 22 dicembre “c'era stato l'impegno del Governo di istituire dei tavoli per approfondire il piano, ma non ci sono stati”. “Rimaniamo sbigottiti perché ci chiediamo come mai si lanciano notizie allarmanti senza che vengano dette nei luoghi appropriati e indicati. Certamente non siamo d'accordo”. “Riteniamo che bisogna produrre più auto perché in questo modo non ci sarebbero problemi nemmeno per Termini imerese. Il 21 aprile ci sarà la presentazione del piano quadriennale della Fiat, ma vorremmo che il Governo convocasse i tavoli di settore per spiegarci i contenuti del piano. Non vorremmo scoprire il 21 aprile che le indiscrezioni sul piano Fiat apparse sui giornali sono vere o anche peggiori”.
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