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Mirafiori verso il voto. Marchionne: “Abbiamo alternative”
10/01/2011
di Fabiana Muceli
L´ad della Fiat annuncia la possibilità di spostare la produzione altrove, nel caso in cui non dovesse prevalere il consenso
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L'ad della Fiat Sergio Marchionne, dal Salone di Detroit, lancia l'ultima stoccata a ridosso del referendum dei lavoratori di Mirafiori, stabilito per il 13 e 14 gennaio. “Nello stabilimento ci sono le condizioni per investire ma se non prevarrà il si abbiamo moltissime alternative”, ha dichiarato il numero uno del Lingotto. “La mia proposta”, ha continuato, “è di una chiarezza incredibile. Lo sviluppo del piano industriale per Mirafiori è assolutamente chiaro, vogliamo introdurre una piattaforma e una serie di modelli per mantenere l'occupazione al massimo livello possibile per mandare avanti la fabbrica e l'indotto”. Poi il richiamo alla responsabilità: basterebbe il 51%, secondo Marchionne, per portare avanti lo stabilimento. In alternativa, salterebbe tutto con la possibilità che la produzione venga dirottata altrove.
Il risultato del referendum di Mirafiori si conoscerà venerdì sera: i pronostici parlano del fronte del si al 70%, se si dovessere confermare le ultime votazioni Rsu. Voteranno per primi i lavoratori del turno di notte di giovedì 13 (che comincia alle 22.00 e si chiude alle 6.00 di venerdì); a seguire i lavoratori del primo (dalle 6.00 alle 14.00) e del secondo (dalle 14.00 alle 22.00) di venerdì. Le urne dovrebbero chiudersi prima delle 22.00. Dal fronte del no, la Fiom fa sapere che “la vertenza con la Fiat rimane aperta, non è conclusa, e lo sciopero generale del 28 gennaio ha questo senso”. Queste le parole del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che corso di una conferenza stampa a Roma ha ribadito l'intenzione di non firmare l'accordo di Mirafiori qualsiasi sia l'esito del referendum.
Sempre a Detroit, Marchionne ha annunciato anche che la quota Fiat è salita dal 20% al 25% di Chrysler, affermando che ci sarebbero le condizioni per salire al 51% entro l’anno.
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