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Il padre di tutti i videogiochi di corse automobilistiche


03/05/2012

di Gianluca Maxia

Negli ultimi 10 anni i fan dei videogiochi di corse automobilistiche sono diventati un vero e proprio esercito di piloti, ma forse pochi sanno chi fu il pioniere che realizzò il primo


Il padre di tutti i videogiochi di corse automobilistiche Tutto ebbe inizio all’alba degli anni ’70, e non con lo scopo di realizzare un videogioco, ma un simulatore che riproponesse, realisticamente, le dinamiche di guida di un’auto. Il padre di tutti i videogiochi di auto è un ingegnere tedesco di nome Reiner Foerst. Fin dall’inizio la sua ambizione era grande: egli voleva creare un simulatore di guida che aiutasse progettisti ed ingegneri a sviluppare nuove automobili, creando uno strumento da collocare tra i tavoli da disegno degli ingegneri e le strade dei collaudatori; un obiettivo quasi incredibile in quegli anni dove lo sviluppo tecnologico e la capacità di calcolo erano imparagonabili ad oggi, basti pensare che il videogioco più sofisticato era formato da due barrette che muovendosi in verticale ai lati dello schermo respingevano una pallina bianca.

Caratteristica fondamentale secondo l’Ing. Foerst era la necessità di avere una prospettiva frontale dello schermo, in pratica egli riteneva che bisognasse vedere con gli occhi quello che si vede stando seduti al volante, e non una visuale dall’alto, come invece stavano realizzando alcuni produttori di videogiochi. Questo richiese maggiore capacità di calcolo, quindi tecnologie più complesse e più voluminose. La realizzazione di questi progetti fu molto onerosa e l’Ing. Foerst decise di realizzare una versione per il mercato dei videogiochi che lo aiutasse a reperire fondi per la sua ricerca. Presto egli capì che i primi prototipi erano stati realizzati con un approccio troppo scientifico, quindi molto lontani dall’essere convertiti in versione arcade da poter essere inseriti nel nascente e fiorente mercato dei videogiochi, probabilmente nessuna sala giochi avrebbe potuto permettersene uno.

In maniera molto pragmatica l’ingegnere tedesco acquisto un videogioco Pong, diffuso in quegli anni, e lo smontò completamente per capire come doveva essere fatto un videogioco; così in poco tempo e utilizzando parte dei componenti già presenti nel Pong realizzò Nurbugring 1, il primo vero videogiochi in prima persona di corse automobilistiche. Del videogioco Pong in realtà, rimasero ben poche cose, infatti l’Ing. Foerst realizzò un cervello elettronico molto più potente, composto da 28 schede invece di uno sola del Pong, così da arrivare alla capacità di calcolo necessaria. La visuale era semplice ma sicuramente di grandissimo effetto per gli anni. Sotto lo schermo era collocato un bel volante, e quello che gli occhi vedevano era un nastro d’asfalto che scorreva davanti, con rettilinei, curve e cordoli. Concettualmente uguale ai moderni Gran Turismo o Forza Motorsport. Era il 1976, nacque una nuova era.

L’Ing. Foerst, come spesso accadde in quegli anni di sviluppo dei computer in cui il mercato era alquanto selvaggio, vide presto la sua idea replicata dalla Atari con il videogioco Night Driver, che fu immesso nel mercato proprio nel 1976. Intervistato in merito Dave Shepperd, il creatore di Night Driver, rispose che lui era a conoscenza di questo videogioco tedesco, ma che aveva visto solo un piccola foto mal realizzata. L’Ing. Foerst però non si fermò molto a rivendicare la sua invenzione e andò avanti realizzandi Nurburgring 2 e 3 introducendo nel videogioco lo schermo a colori, quindi continuando la sua ricerca e sviluppando sempre prodotti realmente all’avanguardia. Dopo lo schermo a colori ci furono nuove edizioni del videogioco: i mitici Nürburgring 3 Power-Slide e Nürbergring 3 Turn-Table, i primi videogiochi che muovevano il sedile proprio come se si fosse dentro l’abitacolo della vettura, la simulazione era diventata totale, e il suo sogno si era realizzato. Ora l’Ing. Foerst dirige la sua azienda che ancora fornisce un contributo determinante alla realizzazione dei moderni videogiochi di corse automobilistiche.


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