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Ecoincentivi, si riparte il 6 maggio
30/04/2014
di Grazia Dragone
Il ministero dello Sviluppo economico ha stanziato 31,3 milioni di euro ai quali si aggiungono le risorse inutilizzate del 2013. Critiche da Federauto
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Ritornano ed erano da tempo attesi gli ecoincentivi dedicati alle automobili ecologiche. Dal 6 maggio saranno, infatti, disponibili le risorse stanziate lo scorso 3 aprile dal ministero dello Sviluppo Economico, con il decreto di riparto delle risorse relative al 2014, destinate ai contributi per i veicoli a basse emissioni complessive. Si tratta di 31,3 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno le risorse non impiegate nel 2013 per criteri di assegnazione incoerenti. In totale la cifra disponibile è pari a 63,4 milioni di euro.
Secondo il ministero, tale misura non intende essere “una misura di sostegno al mercato”, ma “ha finalità espressamente ambientali e punta allo sviluppo della mobilità sostenibile attraverso la diffusione di flotte pubbliche e private, con particolare riguardo all’ambito urbano, nonché l’acquisto di veicoli a basse emissioni complessive”.
In dettaglio, gli incentivi valgono solo per l’acquisto di veicoli nuovi e coinvolgono automobili, ciclomotori, motocicli, quadricicli, veicoli commerciali leggeri. Nella platea rientrano anche i modelli elettrici, ibridi, bi-fuel benzina-Gpl, bi-fuel benzina-metano/biometano ed alimentabili anche con biocombustibili o idrogeno. Mentre, per quanto riguarda i veicoli bi-fuel benzina-gas, gli incentivi valgono solo per i veicoli già dotati della doppia alimentazione, escludendo quelli su cui l’impianto a gas è installato successivamente. Per prenotare il contributo, il venditore dovrà registrarsi al sito www.bec.mise.gov.it.
I fondi stanziati sono a esaurimento, quindi il venditore dovrà accertarsi della loro disponibilità prima di procedere alla vendita. I contributi potranno essere prenotati dal venditore a partire dal 6 maggio, al momento della sottoscrizione del contratto. L’incentivo sarà detratto dal prezzo di acquisto.
La misura messa in campo dal Ministero dello Sviluppo Economico ha raccolto numerose critiche, soprattutto da Federauto, che lamenta il fatto che il provvedimento riguarderà meno dell’'1% del mercato. La cifra stanziata appare realmente modesta e non servirà certamente a ridare slancio alle vendite del comparto auto, da troppo tempo in affanno.
“Questa manovra è quasi la fotocopia degli incentivi 2013: si tratta di un porcellum dell'auto che riguarderà solo l'1% del mercato privati. In pratica è come usare una goccia d'acqua per spegnere un incendio”, sono le parole del presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che aggiunge: “Le risorse sono ridottissime, e per le aziende le condizioni di accesso sono impossibili. Le Partite Iva, infatti, per accedervi hanno l’obbligo di rottamare un autoveicolo di almeno 10 anni. La riprova che questa impostazione non funziona è che lo scorso anno i fondi a disposizione dei privati sono terminati in mezza giornata, mentre quelli per le aziende sono rimasti in larga parte inutilizzati. Abbiamo in sostanza buttato soldi pubblici senza allargare il mercato, né ottenere alcun dato interessante ai fini statistici. Motivo unico, lo voglio ricordare, per cui erano stati pensati questi incentivi nel lontano 2012”.
Conclude Bernacchi: “Questa operazione, per prima cosa, non è etica. Il mondo dell'automotive in Italia occupa 1.200.000 persone, fattura l'11,4% del PIL, e sta perdendo il 35% del fatturato rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Noi abbiamo bisogno di un piano organico a tutto tondo. Lo Stato introiterebbe più denaro, svecchieremmo il circolante con benefici per la sicurezza e l'ambiente e sosterremmo il mondo del lavoro. Abbiamo da poco presentato il nostro piano a Premier Renzi, ma ad oggi non abbiamo ricevuto segnali. A parte il rinnovo di questa iniziativa per certi versi incomprensibile”.
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