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Sergio Marchionne: fusione Fiat e Chrysler nel 2014


15/11/2012

di Fabiana Muceli

Una mossa inevitabile, secondo quanto si legge nell´intervista di Automotive News all´a.d. del Lingotto


Sergio Marchionne: fusione Fiat e Chrysler nel 2014 La fusione fra Fiat e Chrysler è “una mossa inevitabile”. Queste le parole di Sergio Marchionne, pronunciate in occasione di un'intervista ad Automotive News. Tutto procede come previsto, secondo l'amministratore delegato del Lingotto, e il processo si concluderà per il 2014. Che ha anche ribadito l'intenzione di non vendere l'Alfa Romeo.

Secondo i pronostici, nel 2013 il gruppo Fiat venderà oltre 4,3 milioni di vetture, di cui 2,6 milioni da parte di Chrysler. Ma le dimensioni reali “dipenderanno da cosa succederà in Europa. Mentre per l'anno in corso le previsioni parlano di circa 2,4 milioni di unità vendute dalla Chrysler e 1,8 dalla Fiat, per un totale di 4,2 milioni.

Previsto anche l'aumento della forza lavoro negli impianti di Detroit, con un'aggiunta 1.250 posti, secondo quanto riportato dall' Associated press. Gli investimenti raggiungeranno quota 238 milioni di dollari negli impianti di Detroit, Trenton e Warren: in quest'ultimo dovrebbe essere aggiunto un terzo turno di lavoro. Per quanto riguarda invece la Maserati, 450 lavoratori della ex Bertone, oggi Officine Automobilistiche Grugliasco, sono in fabbrica per produrre i due modelli Maserati previsti dalla Fiat tra la fine del 2012 e il 2013. Agli altri 550 lavoratori verrà prorogata la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, con l'obiettivo del riassorbimento entro il 2013.

Infine l'Alfa Romeo: “il piano 2010 per Alfa era pronto ma l'alleanza con Chrysler era ancora in un stato non maturo”, ha commentato Marchionne. “Il livello di attuazione della strategia è leggermente diverso nel 2012. Sono passati due anni e alcuni miliardi di dollari di profitti. Mi sento più a mio agio con Chrysler oggi che due anni fa. Fiat senza Chrysler non sarebbe stata in grado di eseguire il piano Alfa”. L'amministratore delegato ha inoltre precisato che “la guerra dei prezzi in Europa” non sposterà la produzione della vettura sostituta della Punto fuori dall'Europa occidentale.


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