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Scandalo Trenitalia: tangenti sugli appalti
06/07/2010
di Fabiana Muceli
L´inchiesta guidata dai pm Curcio e Woodcock ha svelato un giro d´affari di 10 milioni di euro
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Un giro di tangenti, attivo sin dal 2002. Lo scandalo Trenitalia viene fuori come un sistema di gare truccate, dove le società appaltatrici pagavano per avere in cambio la vittoria delle gare indette. Un sistema di cartelli illegali che si muoveva intorno ad un volume d'affari pari a 10 milioni di euro.
Il tutto è emerso dopo l'inchiesta guidata dalla magistratura di Napoli, con a capo i pm Curcio e Woodcock: per lo più le truffe avrebbero coinvolto l'attività di manutenzione, rottamazione e tutti i lavori riguardanti carri e locomotive di Trenitalia Spa. Una presunta associazione per delinquere messa in piedi da due ex dirigenti della società licenziati di recente e alcuni imprenditori di Napoli. A sostegno delle indagini, le intercettazioni telefoniche della Guardia di Finanza che sarebbero servite ad incastrare i dirigenti e noti industriali del settore, per cui sono stati disposti arresti, domiciliari e fermi. Si parla di società controllate e aziende create ad hoc per coprire le attività illecite, ma anche di assegni e bonifici circolanti tra le famiglie degli imprenditori coinvolti.
Nell'occhio del ciclone, la società Fd Costruzioni dei fratelli De Luca, operante nel settore ferroviario. Insieme alle aziende appaltatrici che si sarebbero aggiudicate le gare attraverso il sistema criminale: in particolare il gip di Napoli ha disposto la custodia in carcere per Raffaele Arena, ex dirigente responsabile del servizio manutentivo di Trenitalia, e Fiorenzo Carassai, ex responsabile di una sezione di manutenzione della società. Arena e Cassarai pare siano accusati di aver pilotato le commesse di Trenitalia, portando avanti gli affari illegali attraverso le società controllate. Sempre secondo la tesi dei pm, Arena in alcuni casi si sarebbe servito di assegni e bonifici intestati alla moglie. Gli inquirenti sono riusciti poi a mettere insieme le prove di un versamento in denaro da parte di De Luca a Carassai per la costruzione di un pastificio nelle Marche, insieme a quelle di un altro versamento destinato ad Arena su conto comune tenuto insieme alla moglie. A cui si aggiungono somme provenienti dagli utili di società a cui Arena aveva affidato appalti di Trenitalia.
La Fd Costruzioni avrebbe anche tentato di entrare in gara per gli appalti della Protezione Civile indetti a seguito del terremoto dell'Aquila, secondo quanto riportato dal gip di Napoli Luigi Giordano nell'ordinanza di custodia cautelare relativa ai due fratelli titolari dell'impresa, Giovanni e Antonio De Luca. Ma, a quanto risulta dal documento, l'impresa “non ha conseguito appalti”.
In base all'inchiesta dei magistrati, vi sarebbero inoltre altri gruppi che opererebbero attraverso tangenti per aggiudicarsi gli appalti: l'associazione di Arena, De Luca e Cassarai potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. “Da quanto è emerso nel corso delle investigazioni – si legge nel documento del giudice - il sistema di cartelli illegali nel settore delle commesse ferroviarie pare sia diffuso perché fonte di arricchimento per tutti tranne che per la generalità dei cittadini, utenti e contribuenti”.
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