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Auto, soffre anche il comparto del noleggio
12/05/2012
di Giovanni Iozzia
Dopo un 2011 positivo, il primo trimestre del 2012 cominciato con dei dati negativi che non preannunciano nulla di buono per il prossimo futuro
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La crisi economica non risparmia nessun comparto del settore auto. L'undicesima edizione del Rapporto dell'Associazione Nazionale Industria dell'Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria ha infatti rivelato che anche l’auto noleggio sta cominciando a mostrare i primi segni di cedimento. Nel primo trimestre di quest’anno il calo è stato del 20,5% ma le previsioni per il resto dell’anno sono negative anche perché le restrizioni fiscali degli ultimi tempi comporteranno una serie di aumenti dei costi per le ditte.
Il 2009 e il 2010 sono stati due anni negativi, in compenso il 2011 aveva visto una buona ripresa con un fatturato di circa 5 miliardi di euro pari a un +2,2% rispetto al 2010. Perfino le immatricolazioni, in controtendenza con l’intero comparto delle auto, hanno avuto un incremento del 12,3%, 302.000 a fronte di 269.000. Un dato, quello del 2011, se secondo Aniasa «Rappresenta un successo del management che ha saputo cogliere le migliori opportunità e che ha valutato con la massima attenzione il capitale della forza lavoro».
Il 2012, invece, «già si è manifestato meno facile e forse meno brillante» ed ha fatto registrare circa 18.000 immatricolazioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono anche calati il fatturato, dello 0,3%, e numero delle vetture in circolazione, 0,2%. Secondo Aniasa «La mancanza di un piano strutturale sull’auto mina anche il relativo futuro. Il 2012 si colloca su uno scenario economico-finanziario nazionale ed europeo incerto, con ancora timidi indici del clima di fiducia di consumatori e imprese».
Suscitano timori per il presente il futuro, l'aumento dell'imposta di trascrizione, il superbollo, passando gli aumenti incontrollati di assicurazioni e carburanti. Ma la preoccupazione maggiore è il Disegno di legge sul Lavoro, in questi giorni in Senato, che prevede una minore deduzione fiscale dei veicoli assegnati ai dipendenti che dovrebbe scendere dal 90% al 70%.«Questa misura - ha affermato il presidente di Aniasa, Paolo Ghinolfi - impatta negativamente non solo sul mercato dell'auto aziendale, che sconta da anni un trattamento fiscale fortemente penalizzante rispetto al resto dell'Europa, ma danneggia soprattutto le oltre 65.000 aziende che ogni giorno utilizzano l'auto per le proprie attività e che già oggi sopportano costi superiori, i trasporti rappresentano il 6-8% dei costi complessivi aziendali, rispetto ai propri competitor internazionali su un bene rilevante quale il parco auto».
Dallo scorso 7 maggio Ghinolfi è il nuovo presidente di Aniasa, in sostituzione di Roberto Lucchini, e proprio all’inizio del suo mandato triennale, aveva dichiarato che «Il tema della fiscalità dell’auto aziendale avrà particolare risalto. L’obiettivo è far comprendere ai nostri governanti, ma anche alle Istituzioni europee, che lo sviluppo dell'auto aziendale, così come della mobilità individuale privata, può costituire un’opportunità sia per la soluzione dei problemi ambientali, sia in termini di gettito per l'erario. Non abbiamo mai usufruito e non chiediamo incentivi all'acquisto a fondo perduto, ma di essere protagonisti attivi delle politiche di sviluppo del mercato creando interessanti prospettive anche per l'erario, attraverso una rimodulazione della fiscalità finalizzata a un maggior rispetto ambientale».
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