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La Mazda 787B diventa leggenda
11/02/2013
di Gianluca Maxia
L´Automobile Club de l´Ouest, organizzatore della 24 Ore di Le Mans, ha scelto 12 vetture come Leggende di Le Mans
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Per festeggiare il 90esimo anniversario della celebre gara endurance francese è stata nominata una giuria composta da nomi eccellenti del motorismo internazionale che ha visto partecipi della scelta il Presidente FIA Jean Todt, il Presidente ACO Pierre Fillon, i pluri vincitori di Le Mans Emanuele Pirro e Yannick Dalmas, il famoso ingegnere della Porsche Norbert Singer, l’attore americano e pilota Patrick Dempsey e dal Regno Unito, il corrispondente di sempre per le gare sportive, Gary Watkins. Oltre al loro parere è stato indetto anche una votazione via web che ha visto intervenire più di 20 mila appassionati.
Il verdetto finale ha dichiarato la Mazda 787B degna di fregiarsi del riconoscimento di Leggenda di Le Mans. Mazda rimane ancora l’unico costruttore Giapponese ad aver vinto la gara endurance più difficile del mondo, la 24 Ore di Le Mans. Nel 1991 Mazda ha dimostrato la sua capacità di sfidare le convenzioni e ha in qualche modo riscritto la storia del motorsport con la 787B a motore rotativo. In particolare l'esemplare schierato alla partenza aveva un propulsione rotativo quadrirotore con volumetria totale pari a 2600 centimetri cubi e una potenza superiore ai 700cv, che facevano davvero pochissima fatica a muove gli 800 chilogrammi di peso della vettura. Nata come sport prototipo, era in grado di una velocità massima prossima ai 350 chilometri orari e di un'aderenza in curva elevatissima.
Nell'estate del 1991 nessuno degli osservatori e tecnici era disposto a puntare qualcosa sulla strana Mazda arancione e verde, capace si di prestazioni notevoli, ma non le più esaltanti, e soprattutto motorizzata con quello che molti tecnici non consideravano un motore adatto a gare di durata. Il motore Wankel della 787B era infatti noto per il consumo eccessivo di carburante e olio, per non parlare di alcuni componenti interni che sottoposti a ore e ore di gara si consumavano eccessivamente. Le tre Mercedes C11 erano le auto da battere, La Peugeot presentava la nuovissima 905, destinata a diventare protagonista fin da subito per la lotta del podio. Anche la Porsche 962 era molto temuta, l'olimpo dei prototipi più potenti era chiuso dalla velocissima Jaguar XJR 12.
La Mazda schierò alla partenza tre 787B. Nei primi giri della gara le Peugeot 905 balzarono al comando e iniziarono a guadagnare molto distacco. Prima della fine della quarta ora tutte e Peugeot 905 erano ritirate causa gravi problemi ai loro motori. Le Mercedes C11 ottennero cosi la testa della gara che dovettero però mollare a causa di guasti tecnici non gravi ma capaci di rallentarne molto la media in pista. A questo punto dalle retrovie della lotte per il podio iniziò ad emergere le Mazda 787B arancio e verde guidata dall'equipaggio formato dal Johnny Herbert, Volker Weidler e Bertrand Gachot che completò 362 giri, pari a 3.065 miglia. ad una velocità media di 127.62 mph per raggiungere la bandiera a scacchi precedendo le temute Porsche. L'unica C11 superstite, con alla guida l'allora ventiduenne Michael Schumaker, si classificò quinta assoluta stabilendo il giro più veloce in gara. Ma la vera protagonista ed eroina della gara, fu la Mazda. L'affidabilità che doveva essere il tallone d'Achille della Mazda fu invece la qualità che trasformò le 787B in bellissimi cigni. L'impresa fu memorabile, la soddisfazione immensa e grandissimo fu l'orgoglio per una nazione intera.
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