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Troppe polveri sottili nei capoluoghi Italiani
18/01/2010
di Chiara Solitario
Emergenza Legambiente. Sono tre i capoluoghi che hanno superato i limiti di legge, riguardo la presenza di polveri sottili nell’aria
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INQUINAMENTO IN AUMENTO. “Ma il cielo è sempre più blu”... da una vecchia canzone del grande Rino Gaetano, ad oggi si può fare riferimento, constatando che ormai la situazione in molti Capoluoghi italiani non è più così. Da una recente ricerca di Legambiente, che ha monitorato l’inquinamento delle nostre città, risultano Napoli, Torino ed Ancona, quelle che più di tutte hanno superato i limiti di legge, pari a 35 giorni in un anno, in riferimento alle concentrazioni di Pm10 o polveri sottili.
Lo scorso settembre si era già riaperto il problema e il Direttore Generale di Legambiente Rossella Muroni ipotizzava alcune soluzioni per una vittoria della mobilità sostenibile «Una penalizzazione, anche economica, del traffico privato, per creare delle valide alternative di trasporto pubblico, ma per arrivarci è necessario un intervento del Governo centrale. Gli investimenti maggiori nelle infrastrutture e nei trasporti sono ancora destinati a opere per lunghe distanze (alta velocità, autostrade). Non si pensa, o si pensa in un secondo tempo, quando le risorse sono già state destinate, alla mobilità urbana. Eppure, le aree metropolitane presentano i livelli più elevati di inquinamento e di congestione da traffico. I nuovi investimenti per le infrastrutture devono essere orientati più verso le aree urbane». A questo punto è necessario mettere in pratica alcune restrizioni in città riguardo la circolazione del traffico, così da garantire una maggiore pulizia dell’aria ed evitare che le città continuino a inquinarsi con polveri sottili e di sicuro di cattivo auspicio per la salute di tutti noi.
EMERGENZA SANITARIA E PIANO DI ZONIZZAZIONE. L'emergenza, più che ambientale, sembra essere sanitaria visto che uno studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dimostrato che, riportando i valori medi annuali di polveri sottili al di sotto della soglia stabilita dalla legge (40 microgrammi/metro cubo) si potrebbero evitare oltre 2.000 morti l'anno. A questo problema si aggiungerebbe anche quello sonoro, infatti sempre da uno studio effettuato dall’Istat, su 110 capoluoghi italiani, solo 68 di loro hanno approvato un piano di zonizzazione acustica. Ciò vuol dire che nelle grandi metropoli come Roma e Milano, ad esempio, il caos del traffico si ripercuoterebbe con effetti meno gravi sulla vita di ogni cittadino. Certo, una differenza tra le due città si deve dire… se Milano sta già lavorando da un bel po’ di tempo, per favorire il traffico dei mezzi pubblici, Roma rimane sempre ancorata ai mezzi privati. Sarà per la pigrizia degli abitanti? O magari perché ogni volta che provano a scavare sottoterra, trovano qualche reperto di vecchia città romana e di conseguenza si bloccano i lavori, per l’’allargamento della linea della metro? Ma… intanto speriamo che lo smog e soprattutto le città italiane si rendano conto di quanto si può ridurre il rischio di inquinamento, con mezzi sicuramente più adatti al rispetto dell’ambiente.
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