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Smog: aumenta il rischio malattie


06/07/2010

di Domenico Scalera

Le polveri sottili modificano il DNA nel sangue ed aumentano il rischio di ictus e infarti


Smog: aumenta il rischio malattie E’ da sempre risaputo che lo smog non faccia bene. In effetti è sufficiente passeggiare per una settimana in una città inquinata per avere conseguenze dannose per il nostro organismo. Lo smog può modificare il DNA dell’organismo umano, favorendo la trombosi e porterebbe ad una coaugulazione del sangue che in alcuni casi particolari sembra favorire gli infarti e ictus.

In genere gli sbalzi di temperatura non solo dal caldo a freddo e lo smog cittadino aumentano i casi di infarto; se nei centri urbani se ne registra un dato numero in maniera quasi quotidiana, questo numero aumenta di quattro casi nei giorni più freddi ed in quelli più caldi dell’anno. Ma questo non si verifica solo per le variazioni climatiche, come si diceva prima.

Infatti, anche l’inquinamento atmosferico svolge una parte “importante”, nonostante molti esperti hanno evitato, per ora, di indicare una precisa soglia di sicurezza, al di sopra della quale il nostro cuore ne risente particolarmente, aumentando il rischio di un infarto. Ma rimane il fatto che lo smog rappresenta un fattore di rischio significativo, e dal quale rifuggire appena possibile.

Rimanendo nell’ambito dell’inquinamento atmosferico e delle polveri sottili, problematica molto sentita nella società di oggi, giungono anche dati riguardanti l’Italia: Milano, con 51 microgrammi/metro cubo di concentrazione di Pm10, risulta la città attualmente più inquinata della penisola. In effetti da una ricerca effettuata da “Harvard School of Public Health”, del Policlinico di Milano condotta dal Dr Andrea Baccarelli responsabile del Department of Environmental Health e pubblicato su “Archives of Internal Medicine”, è emerso che da un campione di 2000 individui residenti nella regione Lombardia, che venivano controllati con diversi esami, che per un aumento di 10 microgrammi di PM10 per m3 dell’aria, si ha un incremento del 70% del rischio di trombosi.

In proposito Andrea Baccarelli dice che studiando le cellule di persone esposte quotidianamente all’inquinamento dell’aria, si verifica una modificazione epigenetica del DNA rispetto a coloro che vivono in ambienti più salubri. Il risultato è che respirare aria inquinata non fa bene, ma questo già lo sapevamo e ciò che è più importante e che anche i nostri geni vengono riprogrammati mettendo a soqquadro il nostro organismo.


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