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Le apnee notturne causa di molti incidenti
11/11/2015
di Giovanni Iozzia
Un gruppo di ricercatori italiani ha individuato la percentuale dei sinistri stradali attribuibili ai guidatori affetti dalla sindrome Osas
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La direttiva europea n. 2014/85/UE che verrà recepita in Italia dall’1 gennaio 2016 tramite un decreto legge che prevede una specifica normativa riguardante la Sindrome delle Apnee Ostruttive in Sonno (nota come Osas-Obstructive Sleep Apnea Syndrome). Infatti di recente sono stati pubblicati studi e ricerche che confermano come tale sindrome sia uno dei principali fattori che causano incidenti automobilistici.
Ma prima della normativa europea, la III Sezione del Tar del Lazio-Roma, con la sentenza n° 7535 del 05.09.2012 ha stabilito che «l'autorità ha diritto di disporre la revisione della patente e, in particolare, la verifica della sussistenza del requisiti psichici e fisici di chi guida e soffre di apnee notturne, la subdola sindrome alla base anche dei colpi di sonno al volante».
Sarebbero almeno 2 milioni gli italiani (il 95% dei quali non lo sa) che sono affetti dall’Osas. Si tratta di un frequente disturbo respiratorio notturno caratterizzato dalla presenza durante il sonno di ripetute ostruzioni temporanee del flusso d'aria (apnee) in grado di determinare sonnolenza diurna e disfunzione cardiopolmonare. Quando si guida, mentre alcol e stupefacenti si possono facilmente individuare, le apnee non possono essere identificate sul momento ma solo con accertamenti medici, anche se semplici come appunto la polisonnografia, che si devono effettuare in ambulatorio o in ospedale.
Fin qui gli interventi di legge. E’ di questi giorni la notizia che un gruppo di ricercatori italiani ha pubblicato una ricerca, sulla prestigiosa rivista scientifica inglese Chronic Respiratory Disease, nel quale la prima volta al mondo viene individuata, tra tutti gli incidenti stradali documentati, la percentuale di quelli attribuibili ai guidatori affetti dalla sindrome. I ricercatori sono Sergio Garbarino (Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili - Università di Genova), Antonio Sanna (Unità di Pneumologia Ospedale San Jacopo - Pistoia), ed Alessio Pitidis, Marco Giustini e Franco Taggi del Dipartimento Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore della Sanità Ministero della Salute.
La metodologia utilizzata ha permesso di quantificare con un valore pari al 7% del totale gli incidenti causati dai guidatori affetti da Osas. Da ciò deriva il calcolo del numero di morti ed infortuni evitabili e quello dei costi sanitari, in particolare quelli dovuti ad infortunio. Nell’anno 2014 gli incidenti stradali in Italia sono stati 248.000 con 3.300 morti e 174.000 feriti. Applicando a questi dati i risultati dell’analisi statistica condotta dai ricercatori italiani sarebbero 7.360 gli incidenti stradali, causa di 231 morti e 12.180 feriti provocati da autisti con Osas.
Il modello statistico che ha permesso di ottenere il dato del 7% è estremamente sofisticato ed è basato sul Paf (population attributable fraction). Il risultato della ricerca permette dunque di quantificare il guadagno, in termini di salute ed economico (pari a circa 1 miliardo e mezzo di euro), che si potrebbe ottenere con progetti sanitari che abbiano come obiettivo la diagnosi precoce dell’Osas ed un’ottimale aderenza al trattamento prescritto.
«Infatti l’Osas è una malattia curabile da cui si può guarire – ha dichiarato Sergio Garbarino –. La prevenzione e il trattamento precoce sono l’arma vincente che permette di migliorare la salute e la sicurezza dei cittadini spesso inconsapevoli di questa diffusissima malattia, permettendo inoltre di ridurre gli enormi costi socio-economici tali da incidere perfino sul nostro Pil. I dati del nostro studio permettono finalmente di avere una esatta a dimensione del problema su cui costruire un’adeguata e concreta strategia preventiva».
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