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Il mio sogno di correre con una Ferrari


14/11/2009

di Domenico Scalera

A Daytona Peter prepara una monoposto Ferrari a Pal Newman (Part. 3)


Il mio sogno di correre con una Ferrari I° Parte - II° Parte - III° Parte

III° Parte
Visto la sua passione per la corsa, ha partecipato a qualche competizione?
Ebbene, non nego che erano anni che inseguivo il sogno di correre con una Ferrari. Paul Newman realizzò questo sogno. Infatti nel 1977 riuscì a farmi avere da un cliente una Ferrari 365 GTB4 Daytona e per 9 mesi la preparai per la competizione di Daytona (24 ore di Daytona). Chiesi a Paul se era disposto a guidarla e lui accettò immediatamente insieme a Elliot Forbes-Robinson e Milt Minter. Fù il giorno più bello della mia vita poiché arrivammo al 5° posto.

Bisogna ricordare che la 24 ore di Daytona è una corsa di resistenza per vetture sport-prototipo nella quale nel corso delle 24 ore si alternano per ogni autovettura tre piloti. Pertanto per me, sarebbe stata una vittoria anche se fossimo arrivati ultimi purchè alla fine della gara.

Quella è l’unica volta che partecipò ad una gara?
No, nel 1979 ho partecipato nuovamente alla 24 ore di Daytona per la quale però Paul Newman non potette venire sin da subito poichè era impegnato in un film e così mi raggiunse più tardi e fu il terzo pilota ma non gareggiò perché i produttori del film non gli diedero l’autorizzazione. Gli altri due piloti furono Milt Minter e Jhon Marton. Quella volta arrivammo primi. Mi ricordo che a quella competizione portai con me un cliente facoltoso di Los Angeles di nome Otto Zipper che vendeva pezzi di ricambi per aerei al quale avevo chiesto di procurarmi dei cuscinetti gruppo 7 per montarli sulla Ferrari, perché c’erano sempre stati problemi con altri cuscinetti. Così risolsi il problema. Durante la competizione, una mattina mentre eravamo a colazione, apprendemmo la notizia che Zipper era morto e quindi in suo onore decidemmo di dipingere sulla Ferrari una striscia nera. Ebbene, quando vincemmo, un giornalista scrisse erroneamente che la vettura l’aveva preparata Zipper, così chiamai quel giornalista e gli dissi che si era sbagliato e che ero io ad aver preparato la Ferrari per quella gara, ma lui faceva finta di non capire così decisi di mandargli una lettera e mi arrabbiai con la Ferrari.

Durante l’intervista, alla domanda se ha mantenuto rapporti con la Ferrari, Peter ci ha rivelato che effettivamente i rapporti non si sono mai interrotti ed ha aggiunto:

quando sono invitato mi metto nel treno e vado a Maranello. Nel 2009 sono andato 4 volte. La Ferrari nel mese di aprile scorso mi ha intervistato, e a settembre la Ferrari mi ha dedicato delle pagine sull’annuario 2009. Dal 2003 ho aperto il club Ferrari a Castellana Grotte dove rivesto la carica di presidente. Il Club ha attualmente circa 150 iscritti.

Peter ha scritto anche un libro, una straordinaria autobiografia della sua vita nata non tanto dalla volontà di immortalare gli eventi ma dal desiderio di raccontare la propria storia, quella di un uomo semplice e tenace destinato al mondo delle corse automobilistiche e che è riuscito a lavorare nella scuderie Ferrari come meccanico. Il testo lo ha consegnato ad un giornalista affinché lo riscriva come lui dice non da mecanico.

Siamo convinti che Peter presto aggiungerà qualcosa in più al suo temperamento e alla sua voglia di comunicare tutto il mondo che ha incontrato.

E così mentre la luce svanisce dal viso di Peter Iurilli sentiamo che forse le sue parole meritano una pausa di riflessione: è proprio una persona speciale. Lui invece, a modo suo direbbe: una persona è come è, e basta!


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