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Bauletti contraffatti alla Eicma di Milano


17/11/2009

di Michele Formichella

Intervengono le Fiamme Gialle per sequestrare le imitazioni dei portaoggetti della bresciana GiVi


Bauletti contraffatti alla Eicma di Milano Cifre lusinghiere fanno da corollario all'edizione numero 67 di Eicma, il Salone internazionale delle due ruote appena concluso alla Fiera Milano dopo 6 giorni di intensa attività: 450mila i visitatori, 2000 giornalisti accreditati, 55mila metri quadri di esposizione divisi nei sei padiglioni affollati di stand con 1.341 marchi in rappresentanza di 31 Paesi.

Ospiti illustri tra addetti ai lavori come The Doctor Valentino Rossi e colleghi, ma anche personaggi del mondo dello spettacolo: la soddisfazione di organizzatori e appassionati è certo comprensibile, nonostante i piccoli inconvenienti che hanno visto protagonisti da una parte gli uomini della Guardia di Finanza della Compagnia di Rho, dall'altra lo stand espositivo della Zhejiang Aishida Motorcycle Accessories, azienda cinese accusata di aver esposto (e prodotto) materiali contraffatti.

Le Fiamme gialle hanno infatti sequestrato cinque bauletti realizzati in violazione di Brevetti e Disegni Industriali di proprietà della società italiana Gi-Vi Srl di Brescia, la quale poi ha sporto denuncia contro l'azienda cinese.

I bauletti sequestrati sono copie fedeli dei prodotti dell'azienda lombarda, dalla quale i contraffattori hanno copiato non solo le linee di design, ma anche alcune soluzioni tecniche estremamente avanzate e coperte da copyright internazionale. Non proprio un bel biglietto da visita in attesa dell'evento gemello dell'Eicma che si svolgerà proprio in Cina, a Canton per la precisione, il prossimo anno.

Sono stati inoltre sequestrati anche alcuni capi di abbigliamento da uno stand di un'azienda pakistana e queste sono sole le evoluzioni di un mercato parallelo a quello ufficiale dei motoveicoli e accessori collegati che è sempre stato uno dei cavalli di battaglia del tarocco made in China: caschi, ricambi, imitazioni di veicoli, abbigliamento e ora – a quanto pare – anche bauletti. Un chiaro segnale che qualcosa non quadra.


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