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Sciopero per Termini Imerese in tutti gli stabilimenti italiani


04/02/2010

di Fabiana Muceli

Fermo della produzione Fiat nella giornata di ieri. Pronti gli ammortizzatori sociali. Anzi no.


Sciopero per Termini Imerese in tutti gli stabilimenti italiani Continua la protesta degli operai contro la chiusura di Termini Imerese. Ieri lo sciopero che ha coinvolto tutti gli stabilimenti italiani, comprese Ferrari e Maserati, ha di fatto fermato la produzione Fiat dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22. Per gli organizzatori dell'iniziativa (Fim, Fiom, Uilm e Fismic) l'adesione è stata di massa: 80 per cento per Termini e tra il 50 e il 70 per gli altri stabilimenti. Di parere contrario invece la Fiat, secondo cui la partecipazione si attesterebbe intorno al 14 per cento.

Di fatto, però, davanti ai cancelli dello stabilimento siciliano, si è assistito a un sit-in a cui hanno partecipato molti dirigenti sindacali e il segretario della Fiom, Gianni Rinaldini, che ha usato parole dure nei confronti di Marchionne, a suo dire reo di voler dirottare il business negli Stati Uniti a discapito delle fabbriche italiane. Sempre secondo Rinaldini, le dichiarazioni del numero uno Fiat sarebbero insensate e arroganti.

Un clima tutt'altro che disteso, che vede protagonista anche il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola: per il governo c'è spazio anche per Termini Imerese, ha ribadito. Se Fiat dovesse confermare la decisione di fermare la produzione di auto nello stabilimento siciliano, la promessa dell'esecutivo è quella di lavorare a una diversa indicazione industriale che eviti la chiusura dello stabilimento. Il ministro ha parlato anche dei possibili incentivi auto, per i quali il governo ha espresso forti dubbi. La questione fondamentale per Scajola è se siano ancora utili oppure siano un fenomeno distorsivo del mercato. Anche nel caso in cui vengano concessi, ha dichiarato, si tratterebbe di interventi ridotti nel tempo e nell'intensità.

Altra questione importante, gli ammortizzatori sociali. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, manda segnali discordanti. Ieri ne aveva assicurato l'utilizzo per i lavoratori della Fiat di Termini Imerese, sottolineando il lavoro di concerto con il ministero dello Sviluppo economico e l'importanza dei piani industriali che garantiscano la sostenibilità nel lungo periodo. Oggi, sempre Sacconi, ha tenuto a precisare via Ansa che non era sua intenzione ipotizzare il ricorso ad ammortizzatori sociali per il sito siciliano, ma solo dare la giusta importanza alle soluzioni che consentano la produttività dello stabilimento e del suo indotto.


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