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Nel 2035 stop alla vendita di auto a alimentazione tradizionale
12/04/2023
di Giovanni Iozzia
La Commissione europea ha deciso che dal 2035 non potranno essere immatricolati i veicoli con motore a combustione. Italia contraria al provvedimento
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«Il Governo italiano mantenga forte la pressione sugli organismi europei per non penalizzare lavoratori e imprese nazionali». Si è espresso così il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, riguardo la decisione dell’Unione Europea sullo stop ai motori termici decretato per 2035. «La soluzione portata avanti dal Governo nazionale non deve cessare - ha aggiunto Uggè -, la partita è ancora tutta da giocare, anche perché non sono molto lontane le prossime elezioni europee. I cittadini sapranno giudicare e respingere le politiche vetero ambientaliste che penalizzano l'economia comunitaria rispetto a coloro che invece sono i maggiori inquinatori al mondo».
Ha espresso forti preoccupazioni anche il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino: «Le scelte europee penalizzano il settore. Restiamo convinti che l'arco temporale previsto metterà a rischio non solo la competitività delle imprese italiane ed europee, ma soprattutto decine migliaia di posti di lavoro in tutta Europa, a vantaggio dei competitors internazionali, principalmente cinesi, i quali hanno anche la leadership tecnologica sulle batterie che alimentano i veicoli a zero emissioni».
L'Unione europea ha infatti stabilito che a partire dal 2035 non potranno essere più immatricolati tutti i veicoli con motore a combustione, alimentate a benzina e diesel. Per arrivare a ciò è previsto che entro il 2030 i costruttori dovranno ridurre del 55% le emissioni delle nuove auto e del 50% quelle dei nuovi veicoli commerciali. L'Europa, oltre a comunicare un preciso cronoprogramma per valutare i dati sulle emissioni di Co2 di auto e furgoni, ogni due pubblicherà una relazione per evidenziare i progressi compiuti nell'ambito della mobilità a zero emissioni. Nel 2026 sarà valutata anche la possibilità di mantenere motori ibridi o che utilizzano gli ecocarburanti (e-fuels). I produttori di nicchia, come, ad esempio, per l'Italia, Ferrari, Maserati e Lamborghini, avranno un anno in più per adeguarsi alle nuove regole: cioè alla fine del 2035. Esenzione totale per chi produce meno di mille veicoli l'anno. In ogni caso i mezzi con la tradizionale alimentazione potranno continuare a circolare liberamente anche dopo il 2035 ed anche ad essere venduti come usato.
L'Italia non ha votato questa nuova norma. L'astensione è stata spiegata dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto: «È uno sviluppo positivo il riconoscimento da parte della Commissione che i veicoli endotermici potranno ancora essere prodotti e che quindi contribuiranno anch’essi al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni. Dall’altro lato, consideriamo che la previsione nella dichiarazione della Commissione dei soli carburanti sintetici rappresenti un’interpretazione troppo restrittiva, che non consente ancora una piena attuazione del principio di neutralità tecnologica per il quale l'Italia si è sempre battuta sulla base di dati tecnici e scientifici». Il nostro Paese, dunque, conta che in occasione della verifica del 2026 l'attuale decisione possa essere messa in discussione, o perlomeno, in parte modificata.
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