Questo speciale gran premio esiste dal 1997, e si svolge ogni due anni sullo stesso circuito del Gran Premio di Formula Uno, esattamente il weekend precedente. Il tracciato viene chiuso al traffico e dotato di tutti i cordoli, guardrail e via di fughe della gara delle Formula Uno moderne. Sono installate le stesse tribune e anche il sistema dei megaschermi posti di fronte alle tribune. Anche il sistema di telemetria è quello che viene utilizzato per le Formula uno moderne. Perché tanto dispiego di forze? Semplice! Il Grand Prix Historique de Monaco è un gran premio di formula uno vero e proprio, ma ancora più speciale, perché le auto che corrono sono state le formula uno, e le super sport, che dagli anni ’30 fino al 1978 sono state condotte alla vittoria dai più grandi piloti di tutti i tempi.
Stewart, Fangio, Nuvolari, Ickx, Villeneuve, Ferrari, McLaren, Lotus, Marsh, Era, questi sono i nomi mitici di piloti e costruttori, che vediamo schierati sulla linea di partenza. Vedere sfrecciare la Ferrari di John Surtees e dare battaglia alla Lotus 25 che Jim Clark portò al trionfo proprio nel 1963 è un’esperienza unica, per un appassionato è qualcosa al limite dell’incredibile. La bellezza di questo gran premio storico di Montecarlo non è solo nella rarità e nel valore storico delle formula uno schierate al via, ma anche nella determinazione e forza con la quale vengono spinte al limite tra i muretti del circuito di Montecarlo. La battaglia è vera e i piloti assolutamente di livello; se il fortunato proprietario di uno di questi gioielli a quattro ruote non è in grado di spingerle al massimo, o per reverenza non si sente in animo di farlo, è abitudine affidare il volante a qualche pilota professionista che riesce a usare a fondo queste vetture da corsa.
Il weekend di gara inizia il venerdì, e il sabato ci sono i turni di qualifica per decidere la griglia di partenza della domenica. Le vetture che prendo il via sono molto numerose e divise in sette categorie: la prima è quella denominata B per le vetture da gran premio e formula 2 costruite prima del 1961, poi c’è la categoria C dove troviamo le vetture sport costruite prima del 1953, poi chiude la mattinata la categoria A vede gareggiare le formula da gran premio realizzate prima del 1952. Subito dopo pranzo prende il via la categoria D con le vetture da gran premio costruite tra il 1961 e il 1965, a seguire prende il via il gruppo E delle Formula Uno che hanno corso nel periodo tra il 1966 e il 1972. Alle 16:30 viene prevista una gara di auto che hanno formato generazioni di grandi campioni: le Formula 3 costruite fino al 1985. Il gran finale è rappresentato dalla gare delle auto gruppo F che sono le Formula Uno che hanno gareggiato tre il 1973 e il 1978, veri e propri mostri di potenza che riescono a stabilire tempi ancora molto veloci nel tortuoso tracciato monegasco.
Le giornate sono intense, ricche di emozioni, e molto lunghe. La prima gara infatti inizia alle 8:30 il sabato e alle 9:30 la domenica, per finire alle 18:15 il sabato e 18:35 la domenica. Le gare della mattina, dedicate alle auto con più primavere alle spalle, durano 30 minuti o 10 giri, mentre la sfide del pomeriggio, con le Formula Uno più moderne, durano 45 minuti o 18 giri. Tra una gare e l’altra sono sempre organizzate altre manifestazioni, grazie alle quali si possono ammirare altri tipi di auto da corsa, come la parata Credit Suisse Classic Car Rally con le glorie dei rally anni ’70 e ’80 o i giri di pista in solitaria della Auto Union degli anni ’30 con motore a 16 cilindri, portata in pista direttamente dal museo Audi. Lo spettacolo per gli appassionati di corse di automobili è grandissimo e monopolizza tutta la loro attenzione, ma il Grand Prix Historique de Monaco è un evento che piace molto anche ai non appassionati perché c’è la possibilità di trascorrere il tempo a Montecarlo in un’atmosfera diversa dal solito, e molto diversa da quella super mondana del weekend di gara Formula Uno moderna. Durante il Grand Prix Historique si respira il clima della corse negli anni di gloria dell’automobilismo, quelli in cui i piloti che rischiavano la vita ad ogni singola curva, erano poi capaci di scendere dalle vetture e fermarsi a parlare con gli spettatori, arricchendo lo spettacolo della loro personalità e umanità.