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Marchionne: Fiat rimane in Italia ed aumenta i salari
15/02/2011
di Maura De Sanctis
L´ad del Lingotto promette di equiparare i salari a quelli delle vicine Germania e Francia a patto di un aumento della produzione
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L’ad di Fiat, Sergio Marchionne durante una riunione parlamentare, ha confermato la volontà di voler rimanere in Italia e si è dichiarato disposto ad aumentare i salari dei lavoratori in modo da parificarli a quelli tedeschi. Ma a quale condizione? Secondo Marchionne è necessario un aumento della produzione che dovrebbe passare da un utilizzo degli impianti dal 40% all’80%. Ha inoltre aggiunto “Non è solo Fiat che salva la Chrysler, ma anche Chrysler è determinante per il futuro del gruppo”.
L’incontro di ieri, preceduto dall’incontro di sabato con il Primo Ministro Silvio Berlusconi e altri funzionari del governo preoccupati per i recenti commenti del CEO riguardo alla possibilità di trasferire definitivamente la sede della Fiat negli Stati Uniti, ha in qualche modo rasserenato gli animi con la previsione di un programma di investimenti del valore di circa 20 miliardi per la modernizzazione degli impianti.
Marchionne ha fatto presente che al momento non c’è nessuna decisione sulla futura sede legale di Fiat e ciò fino alla fusione con il marchio Chrysler, cosa che avverrà probabilmente non prima del 2014 e spera nella futura quotazione in borsa di Chrysler. L’unico inconveniente della presenza in borsa delle due società potrebbe essere un problema di governance.
Se è vero che la Fiat è parte del nostro paese, bisogna anche ammettere che l’Italia attualmente non è proficua per il brand ed anzi gli stabilimenti italiani risultano decisamente in perdita. La verità, secondo Sergio Marchionne, è che in Italia essere competitivi è un problema ed è per questo che molte aziende decidono di abbandonare il Paese e di spostare le loro attività all'estero. Il piano di investimenti nel nostro paese dunque, è stato studiato al fine di consentire alla Fiat di espandersi in Italia ed eliminare l'inefficienza della rete industriale e di creare le condizioni necessarie per permettere agli impianti di operare nel miglior modo possibile, in un modo normale e soprattutto continuativo.
E intanto che i fiumi di parole si perdono sulla vicenda Fiat-Marchionne, quello che di concreto sappiamo è che l’ad entro quest’anno chiuderà uno stabilimento, Termine Imerese in Sicilia per il quale sono state già trovate valide alternative, mentre per gli stabilimenti di Mirafiori a Torino di Pomigliano d'Arco, vicino Napoli, si è aggiudicato nuovi contratti di lavoro.
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