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Antitrust boccia l´Rc auto italiane
23/02/2013
di Irene Masoni
Secondo uno studio appena concluso sarebbero le più care di Europa. Nello stesso arco temporale i prezzi sono cresciuti del doppio rispetto ai Paesi in zona Euro
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Non si tratta certamente di una notizia che lascia sorpresi, ma l’indagine condotta dall’antitrust e appena portata a termine, conferma la complicata situazione del comparto assicurativo italiano. Sotto i riflettori dell’organismo di tutela dei consumatori ancora una volta sono le RC auto e i loro prezzi. Quella condotta dall’Antitrust è stata un’analisi completa, volta non solo ad evidenziare le principali problematiche che attanagliano il settore, ma a mettere in evidenza anche le possibili soluzioni.
Secondo i dati emersi dallo studio, le Rc auto pagate dagli automobilisti italiani sarebbero tra le più care di Europa. I premi, oltre ad essere tra i più elevati dell’intero continente hanno la caratteristica di crescere con estrema rapidità: «il premio medio è più del doppio di quelli di Francia e Portogallo, supera quello tedesco dell’80% circa e quello olandese di quasi il 70%. La crescita dei prezzi per l’assicurazione sul periodo 2006-2010 è stata quasi il doppio di quella della zona Euro e quasi il triplo di quella registrata in Francia».
Se da una parte è vero che i prezzi delle polizze sono i più elevati di Europa, dall’altra è anche vero che il numero di sinistri è di gran lunga superiore e che anche il loro costo medio è tra i più alti tra quelli rilevati nella stessa area.
Un rincaro che ha tra le sue cause, sempre secondo quanto emerge dall’indagine, l’introduzione del rimborso diretto. Inoltre, la crescita dei premi registrata negli anni 2007 – 2010, ha riguardato tutti i profili assicurativi con un’incidenza maggiore al Centro e nel Sud Italia.
E a peggiorare ulteriormente la condizione del mercato assicurativo italiano vi è la persistente mancanza di concorrenza. Pur esistendo un’ampia varietà di tariffe a seconda della compagnia di riferimento, nel nostro Paese persiste una bassa propensione al cambiamento, dovuta alla scarsità dell’informazioni di cui il consumatore risulta essere in possesso.
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