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Botta e risposta tra il ministro Scajola e l’a.d. di Fiat Sergio Marchionne
26/11/2009
di Maura De Sanctis
Secondo il ministro dello sviluppo economico chiudere lo stabilimento di Termini Imerese è una pura follia
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All’affermazione del ministro Claudio Scajola che ritiene una follia la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, l’amministratore delegato Sergio Marchionne replica che è necessario invece che le componenti politiche si informino sui dati reali del gruppo e che li comprendano a pieno poiché solo in questo modo capirebbero le scelte di chi amministra. Per conoscere gli ulteriori sviluppi della vicenda dobbiamo attendere il primo dicembre, quando il ministro dello Sviluppo Economico e l'amministratore delegato della Fiat si incontreranno per discutere.
Nonostante le diatribe politiche, dopo un anno difficile, la Fiat risulta più forte, lo ha sostenuto lo stesso Marchionne in un incontro tenutosi a Londra con gli investitori. Gli obiettivi prefissati saranno sicuramente raggiunti: una gestione ordinaria superiore a 1 miliardo di euro, un cash flow industriale netto superiore a 1 miliardo, un indebitamento industriale netto sotto i 5 miliardi e soprattutto la copertura dei debiti in scadenza oltre il 2010.
Anche gli attuali lavoratori del comparto, dice Marchionne, dovranno pazientare un altro po’ ed accontentarsi per il momento di rimanere in cassa integrazione fino a quando sarà necessario. Sono circa 28.000 in Italia i dipendenti attualmente in cassa integrazione contro i 4.300 della Francia mentre in Germania e Spagna è il 20% della forza lavoro che si trova in Cig.
Comunque, la questione fondamentale che l’amministratore delegato Sergio Marchionne dovrà risolvere nei prossimi mesi è quella della direzione da intraprendere tenendo sempre presente che non è solo una questione di dati ma soprattutto di riavviare un’economia ormai spenta attraverso anche la sostenibilità occupazionale perché, lo ricordiamo anche le grandi società sono fatte di uomini.
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