Il dopo terremoto dell´Aquila. Cosa ne è stato del motto “l´Aquila rinasce”?
06/04/2015
di Maura De Sanctis
A distanza di anni, l´Aquila appare ancora come la bella addormentata in attesa del principe azzurro che la risvegli
[ L´Aquila - Abruzzo ] -
Sono trascorsi ben sei anni dal tragico evento che colpito l’Aquila proprio nella notte del 6 aprile, quando tra urla e grida disperazione, la cittadinanza è stata travolta da un terremoto che ha devastato case, palazzi antichi, scuole e piazze con la sua furia come a voler dimostrare che nulla può l’uomo di fronte alla forza della natura.
309 le persone che non si sono più risvegliate da quella notte. Ad onorarle un corteo di persone che hanno sfilato per i vicoli della città per ricordare quell’infausto giorno. Ad accoglierle il silenzio. Guardandosi intorno, si notano solo palazzi antichi lesionati, negozi vuoti colmi di macerie e polvere, case distrutte o appena tamponate, in parole povere sembra di essere in una città appena uscita da un bombardamento aereo. Ancora oggi l’Aquila è un cantiere a cielo aperto. I teloni di speranza che ricoprono gli edifici più importanti, riportano la scritta ormai sbiadita “L’AQUILA RINASCE”, ma la rinascita sembra ancora lontana.
Bisognerebbe capire allora perché una città che era considerata un piccolo gioiello, è stata abbandonata a se stessa. Sono forse mancate le idee? Si sono spesi troppi soldi per la cosiddetta messa in sicurezza e si è tralasciata la ricostruzione vera e propria? Gli interrogativi sono tanti e non è facile trovare una risposta. Quello che è certo è che dopo il terremoto dell’Aquila,il governo ha permesso solo a poche persone di trovare una soluzione mentre la maggior parte si è sentita abbandonata o ha lasciato definitivamente la città.
Ma nonostante le cicatrici, l’Aquila ha ancora voglia di vivere e ciò si percepisce parlando con la gente che ha scelto di restare e di combattere per la ricostruzione assieme ai volontari, agli uomini di chiesa e di buona volontà e tutto ciò a dispetto delle contraddizioni burocratiche e del rischio di pratiche non corrette da parte di affaristi e speculatori. Ed è proprio per combattere questi fenomeni che lo Stato, oggi più che mai, ha il dovere di farsi carico delle necessità reali della cittadinanza aquilana, assumendo un atteggiamento concreto e solidaristico ed evitare di nascondersi dietro false giustificazioni perché come dice il manifesto “UNA ZONA ROSSA OVUNQUE SI TROVI E’ QUESTIONE NAZIONALE”.
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