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Peter Iurilli e la Modena Sports Car
27/05/2009
di Domenico Scalera
Officina Ferrari di Los Angeles e l’incontro con le Star di Hollywood (part. 2)
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I° Parte - II° Parte - III° Parte
II° Parte Continuando la nostra intervista con Peter Iurilli scopriamo i noti personaggi che ha conosciuto nel corso della sua vita in America…ed altro ancora
Durante il suo lavoro ha conosciuto personaggi famosi? Si ne ho conosciuti molti anche perché erano tutti miei clienti. Con alcuni ho stretto amicizia, come Clint Eastwood grande stimatore della cucina italiana, andava matto soprattutto per le orecchiette, tipico piatto pugliese e veniva a casa mia a mangiarle. Poi c’è Paul Newman che al contrario di altri attori famosi non ha mai posseduto una Ferrari se non una vecchia e non appariscente Porche, Steve McQueen, Montgomery Cliff, Bill Cosby, il progettista di motori Gioachino Colombo, Donald Sutherland (nella foto) attore di Hollywood che ha interpretato oltre un centinaio di Film tra cui “Quella sporca dozzina” di Robert Aldrich del 1967, Jackie Stewart, Nichi Lauda noto pilota della Ferrari e tanti altri ancora come Frank Sinatra del quale conservo una foto con dedica e molti altri ancora.
Ha lavorato sempre presso l’officina di Zumback Motors di New York? No. Ho lavorato presso quella officina per circa 8 mesi. Un giorno, trovai per terra una busta paga di un altro dipendente e mi accorsi che il suo stipendio era il doppio del mio. Andai dal titolare e chiesi un aumento ma lui me lo negò così dopo poco me ne andai. Trovai subito lavoro presso la Jaguar dove lavorai per circa un anno, prima come meccanico poi come collaudatore.
Nel 1963 aprii a New York la mia prima officina con un ragazzo di nome Tony Corigliano di origine siciliana che incontrai per caso ed al quale domandai da quanto tempo si trovava in America. Lui mi rispose: veramente devo scendere ancora dalla nave! Nel senso che era appena arrivato. Notai subito che era un ragazzo sveglio così gli chiesi se voleva lavorare con me come meccanico e lui disse che non ne aveva le competenze ma io gli dissi che non si doveva preoccupare perché lo avrei istruito. Aprimmo un’officina a Brooklyn e ci occupavamo di auto Jaguar e poche Ferrari e la nostra partnership durò circa tre anni.
Nel 1966 tornai in Italia e sposai mia moglie ed insieme andammo in America, questa volta a Los Angeles in California, perché non sopportavo il freddo di New York e lì, ad una pompa di benzina incontrai Bruno Borri (a destra nella foto), un ragazzo di origine napoletana che lavorava all’auto Delta, Alfa Romeo a Milano. Ho sempre scelto di avere un socio in quanto penso che se succede qualcosa c’è sempre qualcun altro che può intervenire. Aprimmo così la nostra officina Ferrari, la Modena Sports Car (nella foto in alto) presso la quale si recavano molti personaggi famosi di Hollywood tra cui Paul Newman con il quale legai subito anche per una comune passione per la corsa.
Durante la sua permanenza a New York ricorda qualche episodio in particolare? Ricordo che un giorno fui chiamato da Sidney Pollack perché voleva che andassi a prenderlo all’aereoporto perchè avevo la sua Ferrari. Era stato in Italia e ricordo che mi disse: ma che cavolo ci fai qui in America con l’Italia che è bellissima! Aveva ragione, l’Italia è bella e a dire il vero soprattutto al sud si mangia molto bene, è la migliore cucina al mondo. Quello che non va in Italia è la politica.
Come cliente ho avuto anche un noto boss di New York conosciuto come JC, ma io lo seppi solo dopo un pò di tempo. Un giorno la sorella venne a prendermi con la sua auto e disse che dovevo accompagnarla a teatro. Così feci e dopo riportando la macchina venni inseguito dalla polizia. Io domandai cosa volessero e loro mi chiesero di chi fosse la macchina e se conoscevo un certo JC. Fu in quel momento che appresi chi fosse, ma devo dire che non ho mai avuto problemi con lui in quanto mi curavo soltanto delle sue auto.
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