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A Mirafiori vince il sì
15/01/2011
di Giovanni Iozzia
I lavoratori dello stabilimento torinese hanno ratificato l’accordo stipulato tra la Fiat e le quattro sigle sindacali
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Anche i lavoratori di Mirafiori, seguendo l’esempio di quelli di Pomigliano d’Arco hanno detto sì all’accordo per il rilancio dello stabilimento torinese firmato tra la Fiat e Fim-Cisl. Uilm-Uil, Ugl e Fismic. Contrari Fiom e Cgil, oltre ai Cobas. La partita in gioco un miliardo di euro di investimenti perché la Fiat se dovessero prevalere i no rivedrebbe il progetto in joint venture con Chrysler. Dopo due giorni di votazioni, finalmente alle 21,30 è cominciato lo scrutinio. Hanno votato 5.218 lavoratori su 5.431 aventi diritto, pari al 96,07% degli aventi diritto. I sì sono stati 2.735 pari al 54,05% mentre i no 2.325 pari al 45,95%; 59 le schede bianche e nulle.
A questo punto entreranno in vigore i dieci punti dell’accordo: un investimento in joint venture tra Fiat e Chrysler per oltre un miliardo di euro; - la produzione a regime di 280mila vetture l'anno di Suv Chrysler e Alfa Romeo; il pieno utilizzo degli impianti su sei giorni lavorativi; il lavoro a turni avvicendati che mantiene l'orario individuale a 40 ore settimanali; la crescita del reddito annuo individuale di circa 3.700 euro per la maggiore incidenza delle maggiorazioni di turno; la possibilità di lavorare il 18esimo turno solo con il pagamento dello straordinario; il mantenimento della pausa per la mensa nel turno fino a che la joint venture non andrà a regime; la salvaguardia dei malati reali e un intervento volto a colpire gli assenteisti, al fine di tutelare coloro che hanno assiduità e puntualità nella prestazione; la compensazione di oltre 32 euro mensili per l'assorbimento della pausa di 10 minuti, resa possibile dal minore affaticamento del lavoro con l'introduzione della nuova ergonomia; il mantenimento di tutti i diritti individuali oggi esistenti e il loro miglioramento attraverso la prossima stesura di un contratto collettivo su molti punti migliorativo del Ccnl Metalmeccanici (scatti di anzianità, paga base, premio di risultato, ecc.).
Verso mezzanotte il colpo di scena. Nel secondo dei seggi scrutinati, il n. 8 nel reparto montaggio, mancano all’appello 58 schede. A quel punto il voto viene congelato. Nel corso della notte comincia a farsi strada l’ipotesi che, essendo le urne tutte collocate in un’unica grande sala, le schede del seggio n. 8 possano per sbaglio essere state imbucate in quelle di 5, 6 e 7. Si è quindi proceduto allo scrutinio di queste. Ed infatti, poco dopo l’1 e 30 il giallo delle 58 schede è stato risolto. Lo spoglio è iniziato alle 21,30 e si è concluso poco dopo le 7 del mattino. Un’affermazione ottenuta con poco scarto, in particolare grazie ai voti degli impiegati ma che ha visto prevalere il si anche tra gli operai, seppur con uno scarto minimo.
Soddisfazione espressa sia dal mondo politico che da quello sindacale. Adesso si attendono le azioni della Fiat, cioè la concretizzazione dell’investimento e il conseguente rilancio di Mirafiori. Inoltre, è ampiamente condivisa l’idea che questo referendum abbia sancito un mutamento radicale e fondamentale nell’industria italiana.
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