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Terremoto Japan: rischio nucleare, incertezza per riapertura stabilimenti auto


16/03/2011

di Maura De Sanctis

Tutti i più importanti costruttori di auto hanno cessato la produzione negli impianti colpiti dal sisma


Terremoto Japan: rischio nucleare, incertezza per riapertura stabilimenti auto L'industria automobilistica in Giappone è stata colpita duramente dal terremoto. Molti stabilimenti chiusi avevao già deciso di riaprire ma la terza esplosione del reattore dell’impianto di Fukushima potrebbe procrastinare l’apertura. Per questo gli investitori temono che la produzione potrebbe essere sospesa per un periodo molto più lungo del previsto. Il terremoto e lo tsunami hanno provocato migliaia di morti e messo fuori collegamento alcune zone del nord del Giappone e molte sono rimaste senza acqua ed elettricità. La maggiore ed attuale preoccupazione è il verificarsi di ulteriori esplosioni nell’impianto nucleare di Fukushima che potrebbero aggravare la situazione e far aumentare le emissioni di radiazioni nell’atmosfera.

Come già anticipato, molte case automobilistiche, tra cui Toyota, Nissan, ma anche Subaru, Hyundai e Daihatsu a partire da lunedì hanno sospeso la produzione in tutti i loro impianti in Giappone. Nissan, in particolare ha subito due incendi scoppiati negli stabilimenti di Tochigi e Iwaki ed il danneggiamento di 1.300 veicoli diretti negli Stati Uniti, al porto di Hitachi nello stato di Ibaraki a Nord-Est ed altri 1000 veicoli in un altro centro. Infatti, l'area colpita dal sisma rappresenta un importante centro per la produzione di auto, dotata di una miriade di aziende fornitrici di componenti ed una rete di vie di comunicazione anche portuali utilizzate per il trasporto e le spedizioni.

E intanto che il rischio nucleare aumenta, l’Agenzia per il nucleare nipponica ha rassicurato che la situazione è sotto controllo e che i tecnici stanno lavorando per mettere in sicurezza tutti i reattori dlel’impianto di Fukushima. Ma le previsioni sono tutt’altro che confortanti. Nei prossimi giorni, si attendono nuove scosse che potrebbero aggravare l’emissione di radiazioni nell’atmosfera e costringere all’evacuazione di tutta l’area circostante.Il terremoto rischia quindi di ritardare le esportazioni dei veicoli giapponesi poiché tutti i grandi porti sono stati chiusi. “Non vi è alcun modo di esportare i nostri prodotti all’estero in questo momento, con le vie di comunicazione danneggiate” ha detto un portavoce di Honda, il quale ha aggiunto che il blocco della produzione costerà circa 4000 veicoli al giorno. Anche la Toyota, la più grande casa automobilistica del mondo, ha dovuto bloccare la produzione nei suoi due impianti situati nel nord del Giappone appena un'ora di auto da Sendai, zona dell’epicentro e dove proprio a gennaio, aveva inaugurato un impianto di assemblaggio con una capacità di 120.000 veicoli tra cui la piccola Yaris destinata al mercato statunitense. La produzione è stata bloccata anche negli stabilimento di due affiliati, Kanto Auto Works Ltd. e Central Motors Co., dove vengono assemblate automobili di piccole dimensioni. Il portavoce di Toyota Dion Corbett ha detto “Stiamo ancora cercando di ottenere informazioni”. La mancanza di copertura telefonica nella zona del terremoto, impedisce alle imprese di avere un quadro chiaro della portata del danno.

Altri noti brand colpiti dalla catastrofe. Honda, Volvo e Subaru hanno deciso di chiudere i propri impianti per tutta la settimana e verranno riaperti soltanto dopo che le aziende avranno valutato i danni del terremoto. Honda ha chiuso quattro dei suoi impianti mentre la divisione Camion della Volvo è tra quelle più colpite, anch’essa costretta a sospendere la produzione. Ricordiamo che Volvo impiega 10.000 persone in Giappone, e altre 3.000 lavorano nel settore Trucks.

L’intero comparto auto è stato compromesso: Autoliv, il più grande produttore mondiale di prodotti safety car, cinture di sicurezza ed airbag, ha cessato la produzione in tre stabilimenti a causa di danni alle infrastrutture.

E intanto che il rischio nucleare aumenta, l’Agenzia per il nucleare nipponica ha rassicurato che la situazione è sotto controllo e che i tecnici stanno lavorando per mettere in sicurezza tutti i reattori dlel’impianto di Fukushima. Ma le previsioni sono tutt’altro che confortanti. Nei prossimi giorni, si attendono nuove scosse che potrebbero aggravare l’emissione di radiazioni nell’atmosfera e costringere all’evacuazione di tutta l’area circostante.


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