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Termini Imerese, arriva la DR Motors
08/10/2011
di Giovanni Iozzia
L’azienda dell’imprenditore molisano Massimo Di Risio pronta a rilevare lo stabilimento che la Fiat abbandonerà alla fine di quest’anno.
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[ Termini Imerese ] - L’azienda dell’imprenditore molisano Massimo Di Risio pronta a rilevare lo stabilimento che la Fiat abbandonerà alla fine di quest’anno. L'imprenditore molisano Massimo Di Risio, a capo della Dr Motor Company, l'azienda selezionata dall’advisor Invitalia per rilanciare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, ha incontrato a Palermo l'assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi, il sindaco di Termini Imerese Salvatore Burrafato e le aziende dell'indotto ai quali ha illustrato il suo piano industriale.
«Abbiamo le idee chiare su cosa fare a Termini Imerese – ha detto Massimo Di Risio - e cioè quello che faceva Fiat, per quanto riguarda la produzione di auto. E' anche per una questione di responsabilità. Ci sono tante famiglie che ruotano attorno a questa attività». «Quello di Termini Imerese - ha aggiunto - diventerà l'unico stabilimento del gruppo. A regime del 2017 riteniamo di produrre 60 mila vetture e nell'arco di qualche anno contiamo di assumere 1.317 dipendenti in pratica quasi tutti». I dipendenti attuali in forza alla Fiat sono 2.200, per molti di loro scatterà l’accompagnamento alla pensione, per gli altri nei successivi quattro anni verrà completato il loro assorbimento nella nuova realtà industriale.Per quanto riguarda le aziende dell’indotto, Di Risio ha dato buone rassicurazioni: «Non avremo difficoltà a lavorare con loro, anche perché secondo il piano industriale dovremo produrre più auto di quanto non ne produca oggi Fiat, quindi troveremo un intesa con loro. Il modello produttivo sarà lo stesso di Fiat, che assembla componenti giunte da altre parti d'Italia, e così faremo anche noi».
Scartata, poi, la possibilità della creazione di una società pubblica con capitali della Regione e dello Stato perché la legge Bersani vieta la partecipazione da parte di regioni nel capitale di aziende private. Contrario a questa ipotesi l'assessore Venturi che l’ha definita «un modello di fare impresa vecchio e arcaico». Anche il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo non è d’accordo sulla proposta lanciata da Fim, Fiom e Uilm e lancia invece un’altra idea: «I lavoratori diventino soci, credo che questo la Regione possa eventualmente pretenderlo».
Prossimo incontro, lunedì 10 ottobre a Roma, nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico, nel corso del quale Di Risio esporrà il piano industriale ancor più nei dettagli.
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