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Bollo, 7 milioni di automobilisti non lo pagano
07/08/2013
di Giovanni Iozzia
Se pagassero tutti sarebbe possibile una riduzione globale del 20%. Lo Stato perde così 1 miliardo di euro l’anno
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[ Roma, Lazio, Italia ] -
Secondo uno studio effettuato da Sirio Tardella, l’ex direttore del Centro Studi Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), pubblicato nel numero dello scorso mese di luglio sulla rivista Auto Aziendali Magazine, in Italia ci sono 7 milioni di automobilisti che non pagano il bollo. A fronte del previsto gettito di 6,6 miliardi di euro lo Stato in realtà ne ha incassato solo 5,6. Se pagassero tutti regolarmente sarebbe possibile una riduzione globale del 20%. Stessa cosa varrebbe per l’assicurazione che potrebbe essere ridotta in media del 10% se, come ha rivelato alcune settimane fa larelazione annuale dell'Isvass, l'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, fosse pagata dai 4 milioni di automobilisti che non lo fanno.
Nell’articolo Tardella si chiede come sia possibile questa fortissima evasione. Gli strumenti a disposizione dello Stato per evitarla sono molti: c’è l’Archivio Nazionale dei Veicoli gestito dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che per ogni veicolo targato annota tutti i dati contenuti nella carta di circolazione al momento dell’immatricolazione e tutte le eventuali modifiche; c’è il Pubblico Registro Automobilistico gestito dall’Aci istituito per attestare con assoluta sicurezza la proprietà di ogni veicolo; ci sono le compagnie di assicurazione che acquisiscono i dati dei veicoli e dei relativi clienti al momento della stipulazione dei contratti per Responsabilità Civile, civilmente obbligatoria; ci sono le case automobilistiche che eseguono costantemente azioni di assistenza, riparazione, controlli e richiami di sicurezza sulle automobili da loro vendute.
Secondo Tardella, quanto fatto dai governi Berlusconi e Monti, che ironicamente definisce «geniale», ha sulla già brutta situazione. Ad esempio. L’introduzione del superbollo ha portato al «crollo delle vendite di auto con potenza superiore a 185 Kw con conseguente minore gettito di Iva, IPT e bollo pari a quasi 100 milioni di euro; il deprezzamento dello stock di usato presso i concessionari, in attesa di essere rivenduto, di circa 200 milioni di euro; la massiccia esportazione di vetture soggette al superbollo con conseguente minor gettito derivato da quella sezione di parco; a perdita di valore del residuo parco delle auto di quel tipo circolante in Italia stimato in circa un miliardo di euro (oltre 200 mila vetture per una perdita unitaria media di valore di circa 5 mila euro)». Tardella, infine, propone due soluzioni: una a breve e l’altra a medio termine. Per la prima soluzione si potrebbe creare una struttura pubblica nella quale confluiscano tutti i dati in possesso dei vari soggetti già elencati; per la seconda assegnare ad ogni automobile una carta di identità digitale che sostituisca il libretto e qualsiasi altro tipo di certificazione cartacea.
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